Sarebbe dovuta essere la giornata della matematica retrocessione in serie B per i rosa, che hanno abituato i loro tifosi a innumerevoli sconfitte e prestazioni decisamente non all’altezza in un’annata da dimenticare. Invece il Palermo si sveglia, forse troppo tardi, forse no. La Fiorentina non esiste, i rosa dominano la gara interna contro i viola; la vittoria tra le mure amiche mancava dal lontano 5 febbraio quando la squadra dell’allora patron Zamparini si imponeva contro il Crotone, che ha fermato oggi il Milan e può credere (lui si) alla salvezza.
La rabbia, quella soprattutto dell’ex Alessandro Diamanti, che ha trovato inspiegabilmente pochissimo spazio con i vari tecnici che si sono succeduti: una punizione gioiello che lascia Tatarusanu impietrito ed una prestazione sontuosa, come sempre i senatori sono gli unici a non mollare. Vedi l’anno scorso Gilardino e Maresca che hanno regalato una salvezza insperata al Palermo. Quest’anno però è diverso, troppi i punti persi, troppi quelli che la distaccano dall’Empoli (10).
La Fiorentina non è pervenuta, e per i viola si allontana sempre più dall’Europa. Il coach portoghese Paulo Sousa ammette: “La peggior partita da due anni”.
Dopo la splendida punizione di Diamanti, la Fiorentina cerca una reazione ma viene annullato un gol a Chiesa per un giusto fuorigioco di Sanchez e poi Ilicic e Babacar mancano la rete di poco, grazie anche a Fulignati che ipnotizza l’attaccante senegalese. Nel secondo tempo i viola cercano invano di sfondare, il Palermo è ordinato (miracolo?) e impeccabile in difesa. Alla mezzora il giovane sloveno Mlakar si divora un gol fatto. Per gli ultimi minuti di gioco la Fiorentina resta in 10 per l’espulsione di Astori che ferma Lo Faso lanciato a rete e quasi a tempo scaduto il norvegese Aleesami, dopo una cavalcata, elude Sanchez e infila per la seconda volta la porta viola. Adesso possiamo dirlo, grande Palermo.