La proposta di legge del Governo Musumeci per riformare la Forestale siciliana, potrebbe finalmente arrivare entro le prossime settimane. Un’iniziativa annunciata da tre anni e che dovrebbe accompagnarsi all’avvio dei progetti per la campagna antincendio. A darne notizia è il Segretario generale della Flai Cgil, Tonino Russo.
“La mia sensazione – dice Russo – è che il Governo regionale non abbia una visione complessiva della materia ma confidiamo nelle parole di rassicurazione dell’Assessore all’agricoltura, Toni Scilla e contiamo di vedere presto il testo di questa legge, confrontandoci con chi di dovere“.
Come ogni anno, anche per il 2021 si ripresenta puntuale la questione relativa ai ritardi sull’avvio della campagna antincendio in Sicilia. Due le cause principali: il fatto che i progetti e le risorse siano legati ai tempi (spesso biblici), dell’approvazione della Finanziaria regionale e il fatto che quest’anno le somme per la manutenzione dei boschi e per le opere di prevenzione incendi, siano state appostate nei fondi europei Poc mentre, le somme (a cui mancano peraltro circa 25 milioni di euro) per la repressione degli incendi si trovano già nel bilancio della Regione siciliana.
Dopo i due giorni di mobilitazione organizzati da Fai-Flai-Uila Sicilia il il 26 e il 27 aprile scorsi, resta alta l’attenzione dei sindacati. Per Toni Scilla e il dirigente del Dipartimento Sviluppo rurale e territoriale Mario Candore, sia la riprogrammazione dei fondi che la progettazione saranno portati a termine in tempo utile per far partire la campagna antincendio.
“Ci dicono – prosegue Russo – che dopo metà maggio si parte. Ma la procedura è nuova. Se non si realizzano le opere di prevenzione, il rischio è che si verifichi lo stesso disastro incendi dell’anno scorso. Della procedura si occupano gli uffici del Dipartimento Territorio e l’Assessorato alla Programmazione. Per quest’anno, ci sono 134 milioni di euro. Qualora si verificassero ritardi nell’approvazione, la Regione si impegnerebbe ad anticipare le risorse con fondi propri. Il vero problema è che manca un piano annuale di gestione del settore e da gennaio non viene fatto nulla”.
A dicembre del 2020 i lavoratori forestali sono in tutto 18.649. Di questi, 1328 a tempo indeterminato, 5295 a 151 giornate, 8774 101 giornate e 3252 sono a 78 giorni.
Senza una riforma seria non si andrà molto lontano. Per Russo, la lotta ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale, si fa anche piantando alberi e approfittando delle risorse del Recovery Fund facendo in modo che la Sicilia si adegui al Testo unico della Forestazione italiana e alle norme europee.
“Tra dieci anni non ci sarà più una forestale pubblica in Sicilia. Servono interventi sul territorio e interventi sull’occupazione che non si traduca in forme di ammortizzatori sociali ma lavoro vero”, ha concluso Russo.