Forza Italia in Sicilia in queste elezioni regionali ha vinto e prepara un ritorno in grande stile all’Ars.
Il verdetto è uscito chiaro dalle pieghe dei risultati, dei numeri e delle percentuali, soprattutto nei territori. Gli azzurri passano del 23% della provincia di Messina , trascinati dall’’effetto Genovese’ che trascina con sé anche Calderone, il secondo eletto e da Germanà che rimane al palo, ma fa registrare anche il 19% a Trapani, il 16% a Siracusa e Caltanissetta, il 15% a Catania e il 14% a Palermo.
La rappresentanza dei forzisti all’interno del governo di Nello Musumeci dunque ripartirà da posti ‘pesanti’ in ruoli chiave.
Cominciamo da chi avrà probabilmente il compito più importante, quello cioè di guidare il parlamento siciliano, succedendo a Giovanni Ardizzone.
Gianfranco Miccichè non ha fatto mai mistero, dopo la presidenza del 2006, di volere ritornare a ricoprire il prestigioso ruolo. Nessuno in Forza Italia, al momento pare intenzionato a sbarrargli la strada. L’atteggiamento della coalizione nei suoi confronti dovrebbe essere in teoria privo di riserve. Lo stesso Musumeci non avrebbe posto problemi.
Eppure la strada, che molti ritengono segnata a favore di Miccichè, necessita di attraversamenti e percorsi. Il ragionamento infatti è complessivo e passa dalla quadra che lo schieramento troverà sugli assessori e i principali incarichi di governo.
Giuseppe Milazzo, deputato di seconda legislatura, e primo degli eletti vorrebbe infatti potere fare parte della pattuglia degli assessori indicata dai forzisti. Sulla carta nessuno potrebbe obiettare molto anche per un suo coinvolgimento nel ruolo di capogruppo. L’esperienza di Riccardo Savona, alla sua quinta legislatura e già in passato presidente della commissione Bilancio, può garantire ai forzisti altre postazioni di rilievo, mentre da Agrigento arriva Riccardo Gallo Afflitto.
La partita dei forzisti comunque si allarga sulla Sicilia orientale e su Catania. L’ex capugruppo all’Ars Marco Falcone è in pole position per ricoprire il ruolo di assessore. Possibilmente alla Sanità, ma comunque tra quelli di prima fascia (Economia, Agricoltura, Salute) dove già prenderà posto Gaetano Armao, vice presidente designato di Musumeci.
Falcone è stato tra quelli che hanno sdoganato in un momento di grande tensione, la candidatura di Musumeci prima del si definitivo di Berlusconi e del passo indietro di Armao, nei giorni caldi della fine di agosto e della prima settimana di settembre.
Proviene dalla componente del vecchio Pdl dopo essere confluito da Alleanza Nazionale. Ma soprattutto è u punto di raccordo importante per Salvo Pogliese, ambizioso europarlamentare che già studia da potenziale candidato sindaco di Catania.
Chi non intende restare dietro le quinte tra i forzisti è Marianna Caronia, eletta a Palermo, mentre tra i big spunta anche Orazio Ragusa.
Ragionamenti che in casa di Forza Italia si conducono per ora, a basso regime di energia. I tempi non saranno brevissimi e soprattutto c’è da fare i conti con gli alleati. Ma soprattutto con il presidente della Regione, uno che vorrà dire: “qualche no”.