“La favola del gender che non esiste”.
Questa è la frase che stamattina ha accolto i giovanissimi studenti dell’Istituto Comprensivo Statale “Luigi Capuana”, nella centralissima via Narbone, a firma di “Associazione Evita Peron“, costola del movimento di estrema destra Forza Nuova.
La segnalazione ci arriva da un lettore che preferisce restare anonimo e denuncia come questo non sia il primo gesto dimostrativo della formazione neofascista nella scuola elementare della zona: “Passavo da lì intorno alle 22.00 con la macchina quando non ho potuto fare a meno di notare la grande scritta proprio all’ingresso della scuola. È insopportabile per me che si provi a far propaganda facendo leva sui bambini e sulle loro famiglie.
Non vi nascondo – continua l’autore della segnalazione – che avrei voluto strappare io stesso il messaggio, ma la colla come potete vedere dalle foto era ancora fresca e la sede di questa fantomatica “associazione Evita Peron” e proprio dietro l’angolo, quindi ho preferito non rischiare e ho avvisato la Polizia. La volante è arrivata dopo pochi minuti e gli agenti mi hanno spiegato che l’iter in questi casi prevede un sopralluogo della scientifica per dei rilievi fotografici e solo successivamente l’intervento di una squadra della Rap per la rimozione dell’affissione abusiva. Mi hanno assicurato che il tutto avrebbe richiesto solo pochi minuti, eppure stamattina la scritta era ancora lì.”

Come dicevamo non è la prima volta, ma è una vera e propria abitudine per l’organizzazione di estrema destra l’utilizzo dell’ingresso della scuola elementare di via Narbone per veicolare i propri messaggi alle famiglie. È sempre il testimone dell’attacchinaggio di ieri sera ad inviarci il “precedente” del gennaio 2015, uno dei tanti, in cui si conferma l’ossessione di Forza Nuova per la cosiddetta “teoria gender” e la convinzione che nelle scuole si diffonda quella che denominano “propaganda omosessualista“.
“Riescono a far parlare di loro e a mettere sotto pressione le scuole che ormai programmano le loro attività preoccupandosi di non scatenare polemiche” è l’opinione di Luigi Carollo, uno dei fondatori e portavoce del Palermo Pride, manifestazione che da anni porta in piazza il tema dei diritti civili nel capoluogo siciliano.
“Costringere i bambini a credere di poter essere maschio o femmina solo in un modo è costruire attorno a loro una gabbia che schiaccia l’affettività, una gabbia in cui nascono le violenze domestiche e non solo di cui è tragicamente costellata la cronaca quotidiana. La favola del gender esiste perché l’hanno inventata loro proprio per avere uno strumento di pressione e visibilità.“