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Fusione Wind-3Italia, a Palermo a rischio 650 dipendenti

lunedì 28 Novembre 2016

“Armonizzazione”, un sostantivo che quando si parla di processi che coinvolgono due aziende e il loro personale spesso porta incognite e preoccupazioni. Sensazioni che stanno vivendo da qualche settimana i lavoratori di Wind, controllata da VimpelCom, e 3Italia del magnate cinese Li Ka Shing , i colossi della Tlc che all’inizio di novembre hanno contratto un matrimonio attesa dal mercato da almeno cinque anni. Un maxi merger tra russi e cinesi, azionisti delle due società, per una newco che vale quasi 7 miliardi di ricavi e un portafoglio di oltre 30 milioni di clienti. L’Ue ha già benedetto le nozze, il processo di fusione per incorporazione che ha partorito la nuova società è in moto e la newco avrà la sua piena operatività entro la fine dell’anno.

A guidare la nuova creatura è Maximo Ibarra, amministratore delegato di Wind. I sindacati per il momento stanno alla finestra in trepidazione, salvo qualche abboccamento informale non si sa nulla sul piano industriale né tantomeno sugli assetti organizzativi. Certo che “l’armonizzazione“, di cui si sta discutendo nelle stanze di comando, tiene sulla graticola 9.500 dipendenti. Qualcosa in realtà sta già succedendo. Alcuni dipendenti di Wind e 3Italia stanno lasciando il posto di lavoro trattando con le rispettive aziende che hanno messo sul tavolo un bel po’ di denaro per favorire gli esodi incentivati.

 

Tutto è su base volontaria e un gruppo di lavoratori, secondo quanto risulta a ilSicilia.it, ha già aderito. Una uscita soft ben remunerata, l’assegno varia da 40 a 80 mila euro, propedeutica al piano industriale in fase di costruzione da parte della newco. Anche nei siti di Palermo di Wind e 3Italia c’è chi ha preferito cogliere l’opportunità dell’esodo incentivato, i numeri non si conoscono ancora. La newco a Palermo conta in questa fase, al lordo degli esodi, circa 650 dipendenti: 350 sono quelli di Wind collocati a Palazzo Gamma, 300 quelli che porta in dote 3Italia, che ha un presidio in via Ugo La Malfa. Chi ha deciso di rimanere invece si sta ponendo interrogativi legittimi. Quale sarà l’impatto dell’armonizzazione per il personale? Quale modello organizzativo adotterà la newco? Fatto salvo il contratto nazionale, saranno mantenuti gli accordi di secondo livello o saranno ridiscussi considerando gli aspetti in alcuni casi differenti tra ciò che viene applicato ai dipendenti di Wind e quello che viene garantito ai colleghi di 3Italia? O sarà tutto rimesso in discussione?

Ci sarà un’integrazione delle sedi oppure la newco continuerà a mantenere ben distinti i segmenti della rete (Wind) da quelli del customer care (3Italia). Il timore tra i più pessimisti è che il nuovo colosso possa dichiarare degli esuberi, preoccupazioni alimentate dalle voci, in realtà smentite da fonti aziendali, di 1.500 licenziamenti in tutt’Italia. Il quadro dovrebbe cominciare a essere più chiaro all’inizio del prossimo anno, quando le parti sociali entreranno nel vivo della discussione sul piano industriale.

(AM)

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