La corsa contro il tempo per i cantieri (fantasma) del G7 a Taormina non riguarda soltanto le elipiste e le strade. A due mesi e poco più dal summit dei Capi di Stato e di Governo, infatti, preoccupano le condizioni di degrado assoluto ed incuria in cui si trova il Parco Giovanni Colonna Duca di Cesarò, l’oasi verde della città dove è in agenda uno dei momenti simbolici del G7: l’incontro delle first ladies, con in testa Melania Trump, per un cocktail e una passeggiata tutte insieme appassionatamente. L’idea è stata lanciata dalla Sottosegretaria di Stato, Maria Elena Boschi nella sua visita del 24 febbraio scorso a Taormina. Il problema è che ad oggi, quando siamo già a metà marzo, la Villa comunale si presenta con uno spettacolo che potrebbe e dovrebbe essere mozzafiato ma, allo stato attuale, si può invece soltanto definire a dir poco imbarazzante. Il belvedere romantico del giardino pubblico, quello che nel 2013 era stato valutato da una speciale classifica di utenti su TripAdvisor come il più bello d’Italia, mostra una frana di oltre 22 metri in atto dal settembre 2015 e ancora in attesa di riparazione.
E’ uno sprofondo che stride impietosamente con l’evento di gala alle porte e più che il teatro accogliente per un cocktail di Stato tutto in “rosa”, sembra un terreno dove portare appassionati di speleologia. Oltre l’amara ironia c’è un’intera ala del parco, con affaccio sulla baia di Villagonia, transennata ed impedita per motivi di sicurezza al pubblico. L’area presenta un’ampia parte di muretto sbriciolatasi ed inghiottita dalle piogge e da atavici problemi di mancata regimentazione delle acque, il cui aggravio progressivo non è stato mai affrontato ed è arrivato alle estreme conseguenze. Già da oltre un anno c’è un progetto di ristrutturazione di quel muretto in Comune, è stato anche fatto un (timido) tentativo di far finanziare i lavori al Ministero dell’Ambiente ma da Roma non è arrivato riscontro. Poi è iniziata la lunga attesa per il G7 e si pensava che i lavori sarebbero scattati già lo scorso autunno. “Non dovete preoccuparvi per i lavori da fare in città, qui verranno professionisti nazionali e internazionali che faranno in poco tempo quello che di solito richiede anni”, aveva detto il 16 settembre 2016 in un sopralluogo a Palazzo dei Giurati il sottosegretario di Stato, Davide Faraone, ma di quella promessa sino a questo momento è rimasto soltanto il profumo tanto inebriante quanto illusorio di una svolta mai concretizzatasi.
E, a questo punto, servirà un miracolo per sistemare in poche settimane la frana alla Villa comunale. Non a caso si sta ora muovendo l’Aeronautica Militare, abituata ad affrontare le varie situazioni di emergenza e che su questa vicenda è stata chiamata ad intervenire a fine febbraio, a seguito del recente sopralluogo del 24 febbraio a Taormina della Boschi. Alla Villa comunale ci sarebbero anche le antiche pagode, fatte edificare ad inizio Novecento da Lady Florence Trevelyan, che rischiano il crollo e sono da tempo immemore chiuse ed impedite all’utenza, ma lì non ci sarà tempo e modo di intervenire e l’unico intervento previsto è un abbellimento di fiori nei pressi nelle transenne. E non va dimenticato che andrà anche sistemata la pavimentazione del parco, in diversi punti insidiosa o sbriciolatasi. Tutto in extremis, e qualcosa si farà di gran fretta nelle poche settimane che separano Taormina e il mondo dal G7.