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G7 Taormina, il degrado inghiotte l’ex elipista di Piano Porto [Video]

giovedì 30 Novembre 2017

C’era una volta l’elipista di Piano Porto del G7 Taormina. Erbacce che ricrescono rapidamente come un tempo, in uno spazio sconfinato di natura selvaggia, i cani randagi che presidiano il territorio correndo lungo il manto di un’area tornata aperta campagna.

Il degrado e l’abbandono di nuovo protagonisti: ecco cosa rimane dell’ormai ex elisuperficie di contrada Piano Porto a Taormina, quando sono ormai trascorsi sei mesi dal G7 del 26 e 27 maggio, che vide arrivare in Sicilia i potenti del pianeta. In quella occasione vennero realizzate due elipiste, una a Piano Piscina ancora adesso è esistente e più che mai al centro di diatribe prossime alla resa dei conti finale, l’altra elipista fu invece costruita nei terreni di Piano Porto ma oggi non c’è più. Di questa elipista allora realizzata in via temporanea e allora requisita dallo Stato appositamente per il periodo del G7 (e quindi poi riconsegnata ai legittimi proprietari) non è rimasto nulla.

Tutto è stato smontato dopo il summit dei grandi perché i terreni appartengono a privati e il Comune di Taormina non è riuscito a trovare un accordo con la proprietà, che pure aveva dato disponibilità in tal senso, per una eventuale conferma dell’elipista. L’auspicio collettivo che il Comune di Taormina potesse trovare un punto di incontro con la proprietà di Piano Porto, e magari acquistare i terreni, è naufragata. La trattativa è stata di breve durata e si è conclusa con una sostanziale fumata nera, senza intesa tra le parti. Ora impera il vuoto di un’occasione persa, in quella che viene da sempre ritenuta da più parti come l’area più idonea per le attività di elipista ed elisoccorso. Sono stati ripiantati gli ulivi che erano stati tolti per il G7, ma è soprattutto tornato tutto come prima nella enorme distesa di Piano Porto.

Laggiù non esiste più traccia del G7, nonostante la convinzione a più riprese espressa dai taorminesi e dagli operatori economici che si sarebbe dovuto fare di più per confermare l’elipista di Piano Porto. Senza contare che c’era stato un impegno economico importante del Governo Italiano, che meritava probabilmente di non essere vanificato nel volgere di pochi giorni ed al quale, anzi, il Comune avrebbe potuto dare un seguito e un senso cercando un accordo con la proprietà dell’area.

Intanto, potrebbe essere il prossimo 13 dicembre la data cruciale per il destino dell’altra elipista, l’unica rimasta: quella di Piano Piscina. Il Consiglio Regionale dell’Urbanistica ha fissato, infatti, per quella giornata la trattazione a Palermo della spinosa vicenda. Il Comune spera di chiudere in via definitiva la questione ed incassare il via libera del Cru alla richiesta di variante urbanistica, così da rendere permanente l’elipista sinora provvisoria. Dall’altra parte rimane la posizione di contrarietà della Soprintendenza, che nel ritenere “abusiva” l’opera ha sollecitato proprio il Cru a pronunciarsi in tempi utili per evitare che intervenga il silenzio-assenso a determinare l’esito del caso.

Sinora si sono verificati alcuni rinvii e se anche il 13 dicembre il Cru non dovesse discutere l’argomento, si spalancherebbero le porte allo scadere dei fatidici 90 giorni del silenzio-assenso, previsto il 20 dicembre in favore del Comune di Taormina. Sulla questione rimane vigile anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha avuto la meglio di recente al Tar di Catania in un ricorso presentato contro le Belle Arti in oggetto all’ordinanza che disponeva il ripristino dello stato dei luoghi e lo smontaggio dell’elipista, per altro già revocata dall’Assessorato regionale ai Beni Culturali.

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