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Gaetano Falzone: un appassionato studioso e storico del Risorgimento

martedì 26 Novembre 2019
Fondazione Tricoli

Venerdi 29 novembre a Palermo, presso la Fondazione Giuseppe e Marzio Tricoli, inaugurata il 17 febbraio 2007 e nata in ricordo di questi due straordinari uomini – un padre e un figlio, di grande caratura politica, culturale e umana, protagonisti indiscussi della destra siciliana e italiana, di cui racconteremo presto la storia – sarà presentata, alle 17, la nuova edizione del libro “Storia della Mafia” del grande storico palermitano Gaetano Falzone.

Suocero del professore Pippo Tricoli, che aveva sposato la figlia Mirella, e nonno di Marzio, strappato troppo presto alla vita e visto da molti come papabile presidente della regione, Fabio, caporedattore della redazione romana di “News Mediaset”, conduttore di “Tgcom24”, autore di numerosi saggi, e Marcello, anche lui figlio d’arte, che tra i vari ruoli ha ricoperto, anche, quello di Presidente del Consiglio provinciale dal 2008 al 2013.

Gaetano Falzone Fondazione TricoliIn “Storia della mafia“, che l’editore Rubbettino ripropone, a oltre 40 anni dalla sua pubblicazione, con una nuova edizione aggiornata con il contributo dello storico Gabriella Portalone e del magistrato Antonio Tricoli, Presidente del Tribunale di Sciacca e già consulente della Commissione parlamentare Antimafia, e pubblicato su iniziativa della Fondazione Giuseppe e Marzio Tricoli con il contributo dell’Assessorato Beni culturali della Regione siciliana, si racconta di una Sicilia drammaticamente segnata dall’esplosione del fenomeno mafioso.

Il titolo della manifestazione organizzata nell’ambito delle Giornate dell’Economia del Mezzogiorno, di cui è responsabile scientifico l’economista Pietro Busetta, è “Padri e padrini dell’Unità d’Italia” e vedrà presenti, accanto ai curatori della nuova edizione del libro, il Procuratore della Repubblica di Palermo Francesco Lo Voi, il Presidente della Camera penale Fabio Ferrara, gli storici Giuseppe Carlo Marino, Claudia Giurintano e il giornalista Fabio Tricoli, nelle vesti di padrone di casa, essendo il Presidente della Fondazione.

Gaetano Falzone Fondazione TricoliUn aneddoto, che rende ancor più prezioso e unico il volume “Storia della Mafia”, è legato ai tempi della sua prima stesura; dovete sapere, infatti, che venne pubblicato in lingua francese perché Gaetano Falzone, allora, non riuscì a trovare nessun editore coraggioso disposto a pubblicarlo in lingua italiana per via dei suoi contenuti. Ma quali erano le verità, così scomode, da dover essere bloccate? Sicuramente l’analisi rigorosa fatta sull’altra faccia dell’Unità d’Italia, diversa da quella osannante il 1860 come l’inizio della storia unitaria del nostro Paese, con i suoi eroi e i suoi padri. Lo studioso dedicò alla storia della Sicilia, in particolare alle vicende del 1848 e del 1860, tutto il suo impegno scientifico e, nell’ottobre del 1960, organizzò il congresso sul primo centenario della spedizione dei Mille, in qualità di presidente del Comitato di Palermo dell’Istituto per la Storia del Risorgimento. La sua ultima opera, di cui venerdì viene presentata la nuova edizione, fu lodata da Giuseppe Prezzolini.

Il Risorgimento con la coscrizione obbligatoria in Sicilia, in cui l’«ordine regio piemontese si presentò subito come meno illuminato dell’ordine regio borbonico, nel generale disappunto e per la diffusa amarezza per l’atteggiamento di Torino che eludeva e mortificava ogni speranza degli autonomisti, ridando vigore ai borbonici e togliendo forza ai moderati unitari nel momento di iniziazione dell’isola alla vita democratica e parlamentare“, deluse così profondamente i siciliani da provocare una rabbia detonante che esplose in quel male tentacolato che è la mafia. E, intanto, la “piovra”, secondo la sua analisi “fin dal primo momento aveva capito che nel nuovo ordine democratico non poteva fare a meno del governo e della classe politica. […] Insomma si organizzava la mafia nelle sue forme di mediazione tra la violenza e l’autorità, tra il paese reale e il paese legale“.

La sua istituzionalizzazione comporterà, per Gaetano Falzone, l’essere diventata un pilastro del potere in Sicilia, allargando il suo dominio, valicando l’oceano e portando capitali ai mafiosi residenti in Sicilia, per “garantire protezione ai congiunti” e non solo. Stordita, ma non estirpata mai del tutto dal Fascismo e da Cesare Mori, la mafia nella nostra isola, sostiene sempre lo storico, tornerà più forte di prima, nel 1943,  con l’arrivo degli Angloamericani. Come affermerà Giovanni Falcone, però, per il professore Gaetano Falzone la “mafia non è fatto irreversibile, ma bisogna dare una lettura seria della sua genesi e per fare ciò non può esserci una visione parziale del Risorgimento. Ma, adesso, conosciamo meglio questo protagonista del nostro Novecento.

Gaetano Falzone

Il professore Falzone, nato a Palermo il 2 marzo del 1912 e scomparso il 1° giugno del 1984, sposò  la nobildonna Bice Carapezza, da cui ebbe quattro figli: Mirella (Maria Amaranta), Michele, Donatella e Dario. Fin dal 1934 fu collaboratore della pagina culturale del «Giornale di Sicilia» e fondatore del mensile della gioventù universitaria palermitana “L’Appello”. Nel secondo dopoguerra diresse il vivace periodico “La Rivolta”; nel 1949 si recò a Parigi per consultare gli archivi del Quai d’Orsay, fino a quel momento preclusi agli studiosi, e poté scrivere la storia della rivoluzione siciliana del 1848 attraverso le inedite fonti francesi. La ricerca gli fruttò la libera docenza in Storia del Risorgimento e l’insegnamento presso le Facoltà di Magistero e di Giurisprudenza dell’Università di Palermo. Rivalutò le figure storiche di Francesco Crispi, Rosolino Pilo, Giovanni Corrao e di quest’ultimo fece traslare la salma in un loculo murato nel chiostro di S. Domenico, nel lato appartenente alla Società per la Storia Patria, nonostante la tenace opposizione del cardinale Ruffini.

Fu componente del Consiglio direttivo della Società Siciliana per la Storia Patria, socio di diverse accademie europee e, dal 1965 al 1971, fondatore e direttore della rivista di studi storici «Il Risorgimento in Sicilia». Collaborò attivamente con riviste storiche e culturali nazionali quali: «Nuova Antologia», «Rassegna storica del Risorgimento», «Archivio storico messinese», «L’Osservatore politico-letterario», “Nuova rivista storica”, “Archivio storico siciliano”, “Archivio storico italiano” e ideatore e direttore anche di “Vie di Sicilia”, “Sicilia turistica”, “Vie mediterranee”.

Laureato in Giurisprudenza e in Filosofia, docente ordinario di Filosofia e Pedagogia, insegnò queste materie presso gli istituti magistrali di Petralia Sottana e “G. A. De Cosmi” di Palermo, per poi passare all’insegnamento di Storia e Filosofia presso il Liceo “Garibaldi” del capoluogo siciliano. A ventiquattro anni partecipò da volontario alla guerra d’Etiopia e, arruolato nel battaglione “Curtatone e Montanara”, nella seconda guerra mondiale combatté da ufficiale in vari fronti. Durante il Fascismo fu componente della Commissione nazionale dei Littoriali della Cultura e dell’Arte e segretario dell’Istituto Coloniale di Palermo. Fu, inoltre, direttore del Museo etnografico “Giuseppe Pitrè”, socio dell’Accademia di Scienze, Lettere e Arti, Giudice onorario del Tribunale per minorenni e componente del Consiglio di amministrazione dell’Ente Provinciale del Turismo di Palermo.

Gaetano Falzone Fondazione Tricoli

Gaetano Falzone apparteneva idealmente alla Destra Storica liberale, ma non si sottrasse nel sostenere la rinata Destra, non solo quella missina, fondando agli inizi degli anni Settanta, il Circolo Federico II di Palermo, che si affiancava alla Libreria “L’Italiano” che aveva preso nome dalla storica rivista diretta da Pino Romualdi, voluta da Pippo Tricoli, Enzo Fragalà, Campisi, Guido Lo Porto, Maria Clara Ruggieri. Il Circolo fu fucina e palestra della giovane Destra d’allora e poté vantare le presenze, nel suo seno, di studiosi e maestri illustri, quali il genetista Giuseppe Sermonti, il più critico di scientismo e darwinismo, nato a Roma nel 1925, allora docente a Palermo, il geologo Giuliano Ruggieri con la moglie Maria Antonietta Moroni, docente universitaria, Gaetano Catalano, Giulio Bonafede, Giuseppe Maria Sciacca, Filippo Puglisi e il professore Armando Plebe.

Oggi, grazie alle Famiglie Tricoli e Falzone, nella sede della Fondazione Giuseppe e Marzio Tricoli, che è un bene confiscato alla mafia, sono custoditi e consultabili i testi, i giornali e i documenti dello storico palermitano. Siccome repetita iuvant, segnatevi in agenda l’appuntamento di venerdi 29 novembre per la presentazione della nuova edizione del libro “Storia della Mafia” del professore Gaetano Falzone. Un incontro per ricordare un grande studioso, un intellettuale a 360 gradi, e una visione altra di un periodo storico che presenta molti lati oscuri. Un bellissimo libro a lui dedicato è “Studi in Memoria di Gaetano Falzone” di Giuseppe Tricoli, che oltre ad essere genero, fu anche suo assistente in Storia del Risorgimento.

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