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Giustizia: conferenza europea dei Procuratori generali di 46 Paesi a Palermo

giovedì 5 Maggio 2022

I procuratori generali di 46 Paesi del Consiglio d’Europa e dei Paesi osservatori sono riuniti nella Conferenza internazionale che si è aperta stamani a Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento siciliano.

Ad aprire la conferenza il presidente della Corte di Cassazione Giovanni Salvi, il presidente dell’Assemblea Gianfranco Miccichè e il sindaco metropolitano di Palermo, Leoluca Orlando.

I lavori si svolgono a porte chiuse nella sala d’Ercole, dove si riunisco i deputati per legiferare. I lavori proseguiranno anche domani e si concluderanno nel pomeriggio nell’aula bunker del carcere Ucciardone, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

LE DICHIARAZIONI

Giovanni Salvi,

“La Conferenza dei procuratori generali del Consiglio d’Europa si apre nella incertezza e nel dolore. Non avremmo mai immaginato che il suolo della nostra Europa potesse essere nuovamente percosso da eserciti invasori, contrastati dalla strenua resistenza di un popolo. Mai avremmo immaginato che tutto ciò avvenisse ad opera di un membro del Consiglio e contro un fratello, anch’esso membro del Consiglio“. Così il presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Salvi, intervenendo alla conferenza in corso a Palermo.

Salvi ha aggiunto: “Il Consiglio d’Europa è nato per condividere l’attuazione dei principi dello stato di diritto, governato dalla legge, nel rispetto dei diritti fondamentali della persona”. “Ci unisce, innanzitutto, la Convenzione Europea dei diritti dell’uomo – ha proseguito – Ci unisce l’idea che la persona è inviolabile, così come lo è la sua dignità. Ci unisce il ripudio della guerra come strumento per la risoluzione delle controversie. Abbiamo voluto questa conferenza per riaffermare che la giurisdizione è la strada per la composizione dei conflitti individuali e collettivi. La grande utopia di Kant, vissuto nel cuore dell’Europa, di una Pace basata sul diritto e sulla sua cogenza per mezzo della giurisdizione universale, non è certo ancora attuata”.

“I modelli di pubblico ministero in Europa sono molto diversi. Ai pubblici ministeri, nazionali e federali, si è aggiunta da pochi mesi l’esperienza di un pubblico ministero sovranazionale, che unisce i Paesi dell’Unione europea; esperienza molto interessante per la sua unicità e per i meccanismi volti a garantire l’indipendenza dell’azione, pur in un contesto di responsabilità verso gli Stati: è difficile anche solo sistematizzare i modelli in categorie, ciò che può legarli tra loro non è l’indipendenza ordinamentale: troppo grandi sono le differenze. Ma, ciascuno con i propri vincoli, tutti possono tendere alla indipendenza nell’esercizio del potere, che è sinonimo di fairness, di correttezza e imparzialità”. Così il presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Salvi, nel suo intervento alla Conferenza internazionale dei procuratori generali, in corso a Palermo. “Obiettivo è riconoscere una base minima comune, che costituisca attuazione dei principi convenzionali, quali interpretati dalle decisioni della Corte Edu – ha detto – Riconoscere una base minima comune è fondamentale perché sia sempre maggiore la cooperazione giudiziaria, anche in settori difficili, caratterizzati da intrinseca transnazionalità”.

Per Salvi “la tutela dell’ambiente è palesemente uno di questi terreni, perché l’inquinamento non è arrestabile alle frontiere e il traffico di rifiuti investe anche altri continenti, in particolare l’Africa” e “il cybercrime, infine, costituisce la sfida più grave, per la sua diffusività in ogni settore e per la minaccia alle infrastrutture vitali della comunità”. “Di questi pericoli – ha sostenuto – il Consiglio d’Europa è ben avvertito, visto l’impegno per l’aggiornamento della Convenzione di Budapest, il cui secondo protocollo è aperto alla firma”.

Gianfranco Miccichè
Gianfranco Miccichè

 “Ho visto che le due parole chiave di questa Conferenza internazionale sono indipendenza e imparzialità. Sono due parole complicate, difficili, perché quando si fa il concorso da magistrato non c’è l’esame di indipendenza e imparzialità. Convincere i politici a essere onesti non è facile, perché spesso l’indole porta verso strade diverse: ma per i magistrati non può avvenire, dovete essere indipendenti e imparziali, se questo non succede i rapporti con la società si incancreniscono”, ha detto il presidente dell’Assemblea siciliana, Gianfranco Miccichè, intervenendo in apertura dei lavori della Conferenza.

“A trent’anni dalle stragi è fondamentale ricordare come esse abbiano costituito il momento più alto della sfida lanciata dalla criminalità organizzata al diritto. Dopo la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino la società civile ha avuto una reazione diversa dalle aspettative dei mafiosi, dopo quella di don Pino Puglisi l’affrancamento è diventato definitivo“, ha detto il sindaco Leoluca Orlando.

sindaco Leoluca Orlando
Leoluca Orlando

Prima di allora la pervasività dalla mafia a Palermo era dimostrata dal fatto che chiunque provasse a opporsi veniva lasciato da solo e, come nel caso dei magistrati, si trovava ad affrontare una sfida troppo grande -, prosegue Orlando, – Con il passare degli anni, grazie all’impegno di figure integerrime, i cittadini hanno identificato come riferimento non più la mafia ma la giustizia”. 

Mi scuso se il paragone può sembrare improprio, ma per me la rottura dell’ordine sociale portata avanti dalla mafia non ha niente di diverso rispetto a quella messa in atto dai terroristi islamici o dai nazisti. In tutti i casi l’obiettivo è annientare i diritti elementari dei cittadini per imporre una propria linea basata su violenza e sopruso“, sottolinea il sindaco Orlando.

Il mio impegno per la città è sempre stato quello di fare in modo che venissero rispettati i diritti di tutti. Ogni migrante che arriva qui per me ha il diritto di essere considerato cittadino palermitano, senza alcuna distinzione basata sulla razza: facciamo tutti parte della razza umana e chi afferma il contrario forse spera nella reintroduzione dei campi di concentramento”, inoltre evidenzia. “Siamo tra le città che hanno dimostrato maggior dedizione al rispetto dei diritti. Per la comunità Lgbt organizziamo ogni anno uno dei Gay pride più grandi del sud Europa, mentre a testimonianza del nostro impegno contro la cultura di morte ricordo che abbiamo voluto dare la cittadinanza onoraria a un condannato alla pena capitale in Virginia“. Il riferimento è a Joseph O’Dell, cittadino statunitense che prima della morte, avvenuta tramite iniezione letale il 23 luglio 1997, ottenne dallo stesso Orlando l’onorificenza e la possibilità di essere seppellito a Palermo anziché in patria.

“Palermo è la città più culturalmente cambiata negli ultimi quarant’anni. La sua chiave di presentazione sta nel rapporto tra il rispetto del diritto e dei diritti, tra legge e persona. La città non è più governata dalla mafia che aveva il volto delle più alte istituzioni ed è importante poter sottolineare questo aspetto a trent’anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio”, ha evidenziato  il sindaco Leoluca Orlando.
“Palermo – ha proseguito – ha costruito un percorso di pace lottando contro quel potere politico-affaristico-mafioso che negava la libertà dei cittadini. Un percorso che oggi si traduce in una città che è capitale dell’accoglienza e dei diritti, che non discrimina ma che accoglie e che s’impegna affinché i diritti di tutti e di ciascuno vengano tutelati. Diritti che purtroppo vengono spesso mortificati da leggi degli Stati”.

l sindaco ha ricordato tra gli altri il sacrificio di Pietro Scaglione di cui oggi ricorre il 51 anniversario dell’omicidio, di Piersanti Mattarella e di Padre Pino Puglisi nel periodo 1971-1993 “il cui impegno in solitudine di contrasto all’azione mafiosa si è coniugato all’esigenza di affermare anche i diritti della persona.
Quest’azione dei singoli e dei tanti che si sono impegnati per affermare il rispetto dei diritti, dell’identità della persona, costituisce il percorso che ha contraddistinto e continua a contraddistinguere la città di Palermo non soltanto contro la mafia ma nella costruzione di un’alternativa cultura dei diritti che toglie ogni terreno di crescita alle organizzazioni politico-criminali. Questa è la sfida sempre attuale per le presenti e future generazioni e che può e deve coinvolgere l’Europa e il mondo intero”.

 

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