Nei tempi d’oro della Lega di Salvini, leader riconosciuto di un fenomeno sempre più ampio di consenso, in Sicilia mantengono uno spazio costante gli “ex” di Raffaele Lombardo che hanno piazzato nel valzer delle partecipate l’avvocato catanese Gaetano Tafuri alla guida dell’Ast (Azienda Siciliana Trasporti)
Tafuri era stato revocato dal ruolo di vice presidente dell’Azienda Siciliana Trasporti con una decisione del Consiglio di Sorveglianza e del Consiglio di Gestione dell’Ast, il 16 aprile del 2013, a seguito di quella che in una nota fu definita la:“rottura del rapporto fiduciario”.
L’Ast, fondata nel 1947 e trasformata in società per azioni nel 2006, è una azienda pubblica (interamente partecipata dalla Regione Siciliana) per il trasporto interurbano, che collega i principali centri della Sicilia svolgendo altresì servizio di trasporto urbano in 15 città dell’isola che opera in un territorio di 12.477 km² di superficie (il 49% dell’Isola) servendo 3.564.649 di abitanti residenti in 159 comuni diversi La rete interurbana si compone di 154 linee. Ogni anno “macina” 26.509.790 chilometri. Sono quasi 800 i lavoratori della società partecipata.
Una realtà societaria in evidente crisi strutturale. L’ipotesi, poi naufragata di una nuova agenzia per la mobilità, sussurrata a bassa voce, si è scontrata con l’evidenza di una realtà immediata da risanare. Al nuovo presidente non mancano gli spunti da proporre al governo regionale, come lui stesso ha ribadito: “Non serve dare vita a un “carrozzone” appesantito con un’azienda che è un’emorragia continua di costi. L’AST ha sempre e solo prodotto debiti. Rinuncerò alla macchina di servizio, sono piccoli gesti, ma alimentano una mentalità.Il sistema clientelare ha spadroneggiato danneggiando lavoro e produttività. Un capo-movimento che organizza i turni di 50-60 lavoratori deve essere uno capace non un raccomandato o legato a logiche clientelare”
L’ultimo bilancio approvato, solo qualche giorno fa, è quello del 2015, con la società che ha pendenze con oltre il 30% dei fornitori. Un quadro dunque a tinte fosche e una situazione da risanare. In tempi che non siano infiniti.