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Nuova puntata de Le Iene, dopo quella del 2017, sui “fallimenti dell’Antimafia” e sul caso Saguto. Stavolta la titolano così: “Quando anche l’antimafia distrugge vite e aziende”. Nel servizio, infatti, si racconta una delle distorsioni delle misure di prevenzioni antimafia.
Matteo Viviani affronto il paradosso giudiziario che ha distrutto due generazioni della famiglia Cavallotti (che avevano un’impresa di impianti di pulizia di gas metano a Belmonte Mezzagno) e i negozi dei fratelli Niceta, a Palermo.
Le loro vite si incrociano con lo scandalo dell’inchiesta che coinvolge Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, radiata dalla magistratura.
La dimostrazione che una legislazione – seppur sacrosanta e pensata per combattere la mafia – senza i dovuti controlli, possa fallire. “Quello dei Cavallotti non è purtroppo l’unico caso: i fratelli Massimo, Piero e Olimpia Niceta avevano uno dei più grandi negozi di Palermo della catena che per 100 anni ha rappresentato un punto di riferimento per la moda italiana. Anche questo lo troviamo oggi in condizioni disastrose”, dicono Le Iene.
A prendere in mano l’amministrazione giudiziaria del patrimonio dei Niceta è l’avvocato Aulo Gigante, oggi a processo con l’accusa di corruzione insieme alla Saguto.
“È importante che lo Stato raccolga le nostre storie non perché ci vogliamo lamentare, ma perché vogliamo rappresentare ciò che succede all’ombra di una misura di prevenzione”, dicono i Niceta.
IL SERVIZIO DEL 2017:
Le Iene smascherano un altro “caso Saguto” e il fallimento dell’Antimafia