Non si placa lo scontro tra il primo cittadino di Messina, Cateno De Luca e i sindacati e si confermano roventi i toni tra le parti sul “Salva Messina”. Il segretario della Funzione pubblica della Cgil, Francesco Fucile si dice “ancora più convinto della posizione espressa rispetto ad un documento finanziario di tale importanza che oltre ad essere un contenitore vuoto, rischia di diventare un vero e proprio vaso di Pandora”.
Sono passati pochi giorni dall’estenuante seduta di Consiglio comunale che dopo 12 ore di dibattito ha portato all’approvazione dal “Salva Messina” e la Fp Cgil si dice “ancor più convinta di avere preso la giusta decisione nel non fornire un incondizionato supporto ad un documento che – afferma il segretario generale Francesco Fucile – benché condivisibile nell’orientamento generale, ovvero evitare la dichiarazione dissesto, contiene dei punti troppo oscuri e in quanto tali estremamente pericolosi rispetto al mantenimento dei livelli occupazionali e soprattutto esposto a riduzioni orarie che rischiano di danneggiare chi già fatica ad arrivare a fine mese“.
“De Luca ha spiegato che sì, i tagli riguarderanno i lavoratori, affermando testualmente che “in questo momento il tema non è il numero ma il taglio dei costi. Se per esempio adesso le persone prendono 10, per un periodo dovranno prendere 5”. Ebbene – continua Fucile – rispetto ad affermazioni del genere è impossibile trovare l’accordo il nostro sindacato, perché come ribadito in altri contesti, ivi compreso l’ultimo tavolo di trattativa del 12 ottobre, era ed è il caso di verificare di poter recuperare altrove questi 10 mln di euro. Proposta di modifica al Piano formulata dalla CGIL durante la trattativa e rispedita al mittente dal Sindaco. Il sindaco ci trova assolutamente d’accordo in un concetto di razionalizzazione della spesa, ma certamente non sulla pelle dei lavoratori. Da qui la preoccupazione che il “Salva Messina” possa diventare un “vaso di Pandora””.
La Fp Cgil, sempre a margine del Consiglio comunale sul piano “Salva Messina”, non manca poi di avanzare una riflessione sulla “debole gestione complessiva dei lavori d’aula”. “Ciò – per il sindacato – ha dato al sindaco l’opportunità di portare avanti un monologo senza contraddittorio, carico di rabbia e livore nei confronti delle organizzazioni sindacali e, dunque, indirettamente, anche nei confronti dei lavoratori, perché se è vero, come affermato da De Luca, che i sindacati rappresentano il marciume sociale, nel grande calderone degli insulti ci finisce anche chi ogni giorno lavora, in modo onesto, per portare a casa lo stipendio. Noi non rappresentiamo chi bivacca alle macchinette di palazzo Zanca o sta seduto al bar, (quelle sono persone tutelate dalla politica), ma chi lavora, da anni, con impegno e sacrificio, spesso con retribuzioni che non è certo pensabile ridurre ulteriormente».