Al centro del testo stralciato che andrà in commissione Bilancio nei prossimi giorni all’Ars, oltre alla riforma del Super Irfis che l’assessore all’Economia Gaetano Armao vuol rimettere al centro del dibattito, spicca la revisione del modello di gestione degi Iacp (Istituti autonomi case popolari) che rappresentano uno spaccato di contraddizioni e di passato da migliorare in termini di gestione e di programmazione nell’Isola. L’attività di vigilanza sugli Iacp è esercitata dall’assessorato ai Lavori pubblici che vuole mettere ordine nei territori siciliani.
L’ultimo caso, anche abbastanza eclatante di gestione discutibile, dopo la sospensione di Ulisse Saieva, direttore dello Iacp, nei cui confronti il tribunale di Agrigento ha emesso una misura cautelare interdittiva, ha reso necessario e conseguente il fatto che l’assessorato ai Lavori pubblici e alle infrastrutture ha inviato un commissario ad acta. Si tratta di Gioacchino Pontillo, funzionario direttivo della Regione che si sta occupando di gestione del personale, incarichi dirigenziali approvazione del bilancio il contenzioso. I bilanci consuntivi non sono approvati dal 2010. Lo Iacp di Agrigento ha un bilancio di circa 5 milioni di euro all’anno con 7mila immobili per l’intero territorio della provincia.
Va ricordato che in Italia le uniche regioni che non hanno provveduto a cambiare le regole e a disciplinare le funzioni sono Sicilia e Campania.
Il progetto ambizioso che l’assessore Falcone ha dovuto mettere fuori dalla Finanziaria e che secondo altri dovrebbe andare in un apposito ddl a parte, fuori anche dal’collegato’ quindi, puntava originariamente a un’unica agenzia regionale con un ruolo più operativo e decentrato nei territori, che avrebbero dovuto funzionare da strutture d’appoggio.
Nei mesi scorsi sulla materia lo stesso Musumeci aveva dichiarato: “In Sicilia esiste una drammatica carenza di alloggi, una quantificazione corretta non si può fare, l’abbiamo chiesta ai dieci Iacp ma non riescono a fare una ricognizione esatta. La cifra si aggira sui 40mila alloggi mancanti in Sicilia, un numero destinato a crescere perché stanno aumentando gli sfratti diventati esecutivi. Il patrimonio edilizio è in condizioni di degrado e crescono i debiti che in tutta la Sicilia superano i 30 milioni di euro”.
Solo lo Iacp di Palermo ha un debito di 15 milioni di euro nei confronti dell’Amap, la società che si occupa del servizio idrico a Palermo. “C’è stata, da un lato, – ha ricordato ancora Musumeci – una gestione politica degli istituti assai spregiudicata e, dall’altro lato, una potenzialità di risorse umane inespressa. Nel frattempo la gente occupa persino le chiese, come accade a Catania”.