“Non ci sono pesi e misure differenti, noi abbiamo agito perché vogliamo vederci chiaro. Da noi si agisce prima delle sentenze, dagli altri le condanne fanno fare carriere”. Luigi Di Maio dixit. Eppure, la realtà dimostra che non è proprio così. Sul caso delle firme false, al vertice dei 5stelle regna un po’ di confusione. E pesi e misure differenti su deputati e attivisti coinvolti ci sono stati.
Dopo l’invito agli indagati a sospendersi fatto dal capo Beppe Grillo è successo un po’ di tutto. A quell’appello ha risposto Claudia La Rocca che si è auto-sospesa dopo aver scelto di collaborare con i pm di Palermo ammettendo la sua partecipazione alla ricopiatura delle firme, quattro anni fa nelle stanze della sede di via Sampolo che il Movimento 5stelle aveva trasformato nel comitato elettorale. Stessa scelta ha compiuto l’altro deputato regionale, Giorgio Ciaccio, anche lui indagato e anche lui tra i grillini che hanno collaborato con inquirenti. Per gli altri la storia è un po’ diversa. I deputati nazionali, indagati dalla Procura, Riccardo Nuti e Claudia Mannino non hanno accolto l’invito all’auto-sospensione, hanno negato il coinvolgimento nello scandalo, hanno querelato l’attivista Vincenzo Pintagro che li ha accusati e davanti ai pm si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
A sospenderli dal M5s sono stati i probiviri del movimento; stesso provvedimento è stato adottato per la deputata Giulia Di Vita, giunto ancor prima che la donna ricevesse l’avviso di garanzia, notificato solo in seguito. Anche l’attivista Samantha Busalacchi, pure lei indagata, è stata sospesa dai probiviri mentre non risulta alcun provvedimento per Riccardo Riccardi, l’attivista, indagato dai pm, che consegnò in cancelleria gli elenchi con le firme. Ricciardi, marito della deputata Loredana Lupo (non indagata), era uno dei papabili alla candidatura di sindaco, il suo curriculum è tra i 120 in mano alla staff del Movimento per le comunarie, il sistema con il quale i grillini dovrebbero scegliere il candidato a sindaco e quelli per il consiglio comunale per le elezioni amministrative a Palermo della prossima primavera.