Una stagione iniziata male e finita anche peggio. E’ stato un fine settimana lungo quanto un’intera stagione quello appena trascorso in casa Palermo, dopo la cocente e umiliante eliminazione dai playoff. Due giorni per leccarsi le ferite e poi tornare ad allenarsi a Torretta. Per molti, però, queste ore saranno le ultime immersi tra gli uliveti delle campagne palermitane.
I rosanero sono stati autori di un vero e proprio tonfo. Un campionato che gradualmente ha visto l’asticella abbassarsi: la promozione diretta, un comodo terzo-quarto posto e infine i playoff agguantati solo nel corso dell’ultima giornata al Druso, prima dell’illusione Samp e il tracollo con il Venezia. Riavvolgendo il nastro, però, tutto appare come un goliardico scherzo del destino. Il primo turno, l’indelebile 0-0 di Bari di Mignani, era stato quasi profetico nel delineare dei tratti somatici di una squadra ricca di paure, insicurezze e incertezze. Resta dunque da chiedersi se la rifondazione che andrà in scena nei prossimi mesi non sarà altro che quello che materialmente doveva essere realizzato dopo l’inatteso 2-2 con il Brescia. Le scorie del match contro le rondinelle si sono trascinate fino a oggi, ma questa volta il City non rinnoverà più alcuna fiducia, imparando dai piccoli errori che hanno inciso inevitabilmente sul biennio. Tutti sono in discussione, nessuno escluso: il ds Rinaudo ormai in scadenza, il mister ligure che coraggiosamente ha impugnato il testimone e buona parte dell’organico.
Per comprendere al meglio il futuro di ogni singola pedina sarà necessario capire chi sarà la prossima guida tecnica. Dato per certo il benservito a Mignani, il club di viale del Fante si trova in un vero e proprio triangolo delle Bermuda: Zanetti, Dionisi o Inzaghi? La prossima settimana potrebbe essere quella decisiva per il nuovo allenatore. Il più vicino è Zanetti, che sembra aver superato in curva Inzaghi. Fuori dai radar la pista Grosso. Perché non si parla più dell’ex Nizza e Frosinone? Dopo aver declinato l’offerta nei primi giorni di aprile, il capitolo era stato rinviato in estate, ma tutto sembra dimenticato e sepolto. Certamente, la paura di fare la stessa desolante fine di Corini, da stella del passato a portabandiera di una disfatta, ha influito. Per lui, intanto, potrebbe aprirsi la via diretta verso la panchina del Cagliari, orfano di Ranieri.
L’unica certezza al momento sono alcuni preannunciati addii. Il contratto di Marconi e Kanuric scadrà il 30 giugno e sul tavolo non è previsto alcun rinnovo. La stessa sorte spetterà anche a Doda e Marong, quest’anno a disposizione della primavera. Non ancora definito, ma comunque segnato, il destino di Traorè, Coulibaly, Henderson e Mancuso. Come successo nella passata stagione, nessuno verrà riscattato.
La casa base sarà invece pronta ad accogliere nuovamente Peda, Devetak, Fella, Broh, Saric e Damiani. Se il primo potrebbe diventare il futuro della retroguardia rosa, gli altri cinque difficilmente troveranno spazio. Resta un punto interrogativo su Corona. Tutto dipenderà dall’Empoli, che ha agguantato la salvezza all’ultimo respiro. I toscani, infatti, detengono il diritto di riscatto sul giovanissimo classe 2004.
In attesa di capire come agirà la società su flop come Insigne o Ceccaroni, protagonisti di questa calda estate saranno Segre, Stulac, Di Mariano, Pigliacelli, Nedelcearu e Lucioni. Tutti hanno il contratto in scadenza al 2025. Resta dunque un solo anno: o prolungano o andranno via, a parametro 0 nel caso la loro permanenza si prolunghi fino a giugno 2025. L’annuncio ufficiale sul numero 8 potrebbe arrivare in questi giorni, vista la lunga contrattazione avviata già in inverno.
In cima alla lista svetta però Brunori. Le sue parole post Venezia non sono piaciute alla piazza. Per il bomber italo-brasiliano il fallimento della squadra sarebbe riconducibile alla troppa pressione della piazza. A insorgere non sono stati solo i tifosi, che l’hanno additato di egoismo e arroganza, ma anche vecchia glorie del Palermo come l’ex difensore Carrozzieri. L’impero di Brunori vacilla e intravedere un futuro nitido con il classe ’94, con la fascia da capitano avvolta al suo braccio, inizia a essere difficile. La società adesso è ad un bivio. Le richieste di mercato, come il Genoa, certamente non mancano all’attaccante, che alla soglia dei trent’anni potrebbe cogliere l’occasione per fare quel salto di categoria che alla sua età potrebbe rivelarsi l’ultima chance. Il tutto a meno di un futuro glorioso in maglia rosanero, ma che al momento appare quasi un’utopia.