“L’infezione è troppo ampia, c’è il rischio di una cancrena e di dover tagliare ossa e carne là dove serve. Messina è una realtà complessa dobbiamo operare per ricucire gli strappi e sanare le ferite. Dobbiamo consentire al corpo di recuperare”.
Il commissario straordinario del Comune di Messina, Leonardo Santoro, è puntualissimo, ed incontrando i giornalisti si definisce traghettatore fino alla prima scadenza elettorale.
L’INSEDIAMENTO
Ma dalle sue parole è chiaro che non sarà un traghettatore passivo, ma soprattutto: “Nessuno pensi che ci potrà tirare la giacca”.
Accanto a lui nel Salone delle Bandiere dopo la firma dei verbali per il passaggio di consegne ci sono i due subcommissari Mirella Vinci e Francesco Milio che lavoreranno h24 in piena sinergia.
“Dobbiamo traghettare sì- prosegue Santoro– ma siamo come la Costa Concordia che deve arrivare in porto. Le lesioni sono troppe, i rapporti sono compromessi”.
Non fa nomi, non entra nel particolare ma è chiaro che l’obiettivo prioritario è la pacificazione e per farlo non lesinerà decisioni, volta per volta.
Da profondo conoscitore della città spiega “A Messina i problemi che altrove possono risolversi in modo ordinario si trasformano in criticità e noi adesso abbiamo il dovere di risolverli nell’ambito dei poteri che ci sono stati conferiti”.
Santoro ricorda il suo carattere schivo, non ama show e talk in tv, tanto meno le “arene” nelle quali lo scontro è ai massimi livelli a favore di telecamera e social. Annuncia che non ci saranno deleghe ma il tridente lavorerà in modo omogeno, ogni giorno tutto il giorno, affrontando le tematiche che via via si proporranno. Armati, se è il caso, di cesoia.
Non ci saranno nomine di esperti al momento ma se dovessero servire si valuterà.
I rapporti con il consiglio comunale saranno importanti anche in vista delle scadenze legate ai bilanci ed al Piano di riequilibrio. L’occhio attento sarà anche sulle partecipate e sui servizi resi ai messinesi.
“Ci saranno due pile di fascicoli: in una le segnalazioni dei cittadini sui servizi, e una per le lettere di dimissioni di chi non vuol più continuare”.
Il mandato riguarda anche la Città Metropolitana. Da domani inizierà il giro di visite istituzionali ma la prima tappa è quella con la prefetta Di Stani “Non si deve rallentare neanche di un centimetro il percorso del risanamento. Quando ero commissario Iacp ho portato a Messina 60 milioni di euro. Ho visto che è stato usato ben poco di quei soldi……a distanza di anni…..”.
Quanto alla durata del commissariamento l’idea è quella che duri non più del dovuto poiché è una fase emergenziale.
Al capogruppo Ars di Forza Italia Tommaso Calderone, unico nel coro di plausi che si è differenziato chiedendosi se Santoro, oberato da troppi incarichi, rischi di non farli tutti bene, il commissario risponde: “C’è chi in un’ora riesce a fare quel che si deve fare in 24 ore e chi in 24 ore non riesce a finire quel che si può fare in un’ora”.
La soprintendente ai Beni culturali Mirella Vinci spiega “amo parlare poco e sento la responsabilità di questo ruolo. Il motto sarà: buonsenso, equilibrio, collaborazione”.
Il viceprefetto Francesco Milio conclude: “Non ci limiteremo ad un traghettamento sterile, opereremo con sobrietà”.
D’ora in poi la struttura commissariale, che è già al lavoro su tutti i fronti (soprattutto i conti), parlerà per voce univoca e per comunicati stampa. Nessuna intervista, nessuna indiscrezione.
“Porteremo la Concordia in porto”. E a chi gli chiede ma quindi c’è uno Schettino, lui non risponde “il mio riferimento è a una barca che deve essere portata a riva per evitare di affondare”.