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La straordinaria storia di un uomo libero che prese a “morsi” le strade del mondo. A piedi, da solo.
Damiano Cosenza, palermitano, classe 1923, è “Il camminatore solitario” che ha percorso 24.272 chilometri a piedi tra deserti, ghiacciai e foreste. Lo spirito d’avventura di un uomo di altri tempi che ha saputo, quando è arrivato il momento della pensione, di tirare fuori il suo “alter ego”. O meglio, il suo vero “ego”.
La sua indole non aveva nulla a che vedere con l’impiegato ad uno sportello di un istituto di credito che per anni era stato. Viene fuori il ritratto di un uomo che ha avuto, fino al termine dei suoi giorni, una grande sete di conoscenza. Ogni sua avventura è documentata da centinaia di foto, appunti, diari, resoconti, lettere da fare invidia ai grandi romanzieri di avventure e viaggiatori dell’Ottocento. Ripeteva spesso che «dentro tutti gli uomini ci sia un po’ di Ulisse».
E’ questo il leitmotiv del libro “Il camminatore solitario – Damiano Cosenza: 24.272 km a piedi per le strade del mondo” di Antonio Fiasconaro. Un libro on the road, dove non si sa mai dove abbia inizio il diario di viaggio e dove finisca il romanzo. Un corollario composto anche da nozioni storiche, antropologiche, sociologiche, teologiche, psicologiche e naturalistiche.
Viaggiatore romantico, “Il camminatore solitario” è senz’altro una figura che colpisce l’immaginario collettivo.
«Viaggiare camminando – affermava spesso – è il mio modo di realizzarmi». Per Damiamo Cosenza la vita, attraverso questo libro, è un viaggio e chi viaggia vive due volte, come sta facendo oggi “Il camminatore solitario” che amava ripetere una frase che gli era stata detta da un saggio in Amazzonia: «Gli occidentali sono schiavi del tempo, noi siamo i padroni».