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Il nuovo libro di Anton Emilio Krogh: “Scrivere libera emozioni e nutre la vita” | Video Intervista

giovedì 15 Novembre 2018

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Ha scelto Palermo Anton Emilio Krogh, avvocato penalista, per presentare il suo secondo libro “Non si può fermare l’estate“, edito da Mursia.

Dopo l’esordito nella narrativa con il romanzo autobiografico “Come me non c’è nessuno“, Premio Speciale Amici Elsa Morante 2017, Krogh ritorna alla scrittura per celebrare la vita e le sue sorprendenti risorse.

Protagonisti della storia sono Carlo, Ferdinando e Luca, diversi tra loro eppure uniti da un’amicizia indissolubile sin dai tempi del liceo.

Anton Emilio Krogh

Luca è quello “strano” che si veste in modo bizzarro e che preferisce la compagnia dei ragazzi; Carlo è quello che “tutti vorrebbero essere“, Ferdinando, spettatore spaventato della vita, seduto all’ultimo banco vorrebbe solo essere “invisibile“: tra i tre ragazzi scatta l’alchimia dell’amicizia, quella granitica della giovinezza che li difende come uno scudo mentre definiscono le loro identità e decidono il loro futuro. Un futuro che, alle soglie dei quarant’anni, improvvisamente si ritrovano addosso come un vestito troppo stretto e con il calore dell’estate che li avvolge.

Ed è proprio l’estate un altro protagonista importante del libro: la stagione della vita in cui si può avere un contatto maggiore con la nostra quotidianità dell’anno.

Non si può fermare l’estate” si sviluppa negli anni duemila per cui i protagonisti fanno i conti con il mondo virtuale delle chat e delle applicazioni che hanno cambiato le dinamiche relazionali dal punto di vista affettivo.

Amicizia, estate e non ultimo il viaggio che, nella sua peculiare dimensione insieme all’esercizio della lettura, concede una particolare crescita interiore.

La vita è qui, adesso, dice Krogh attraverso i tre amici che affrontano la vita al grido dumasiano di “uno per tutti, tutti per uno” e scoprono così che la felicità è una scelta, da fare a cuor leggero e magari a passo di danza.

Comunicare – conclude lo scrittore – fa parte della mia indole, la professione dell’avvocato penalista spinge a coniugare le parole e una certa eloquenza, unita alla sintesi. Scrivere fa liberare una serie di emozioni e di pensieri che possono facilitare il restare negli schemi di altre professioni più formali“.

 

 

 

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