La quiete dopo la tempesta. La vittoria sofferta, ma pur sempre schiacciante, contro la Reggiana ha riportato l’arcobaleno sui cieli di Palermo. Il sigillo di Soleri ha archiviato (almeno per il momento) il maremoto scaturito da Bari. Ma a Palermo del resto funziona così: l’attività preferita è da sempre fare polemica.
L’ansia da prestazione per l’esordio in campionato, il mercato aperto o le pressioni per gli obiettivi stagionali potrebbero aver tirato un brutto scherzo agli uomini di Corini. Il bersaglio delle critiche però è stato proprio il mister. E così sui social è tornato a rimbalzare l’hashtag Coriniout. Era necessario tutto questo polverone? Zamparini sembra aver lasciato in città più di quanto ci si potesse immaginare e da quando il City Group ha acquistato la società questo elemento è diventato sempre più evidente: la ricerca immediata del massimo risultato e di prestazioni sfavillanti ha forgiato e modellato il pensiero dei tifosi palermitani. Il dito è puntato sempre verso lo stesso soggetto: l’allenatore. Una logica che cozza profondamente con la linea di programmazione degli acquirenti arabi, che proprio pochi mesi fa hanno festeggiato il loro primo anno a tinte rosanero.
Ogni allenatore che varca il confine siciliano arriva consapevole che vivere in un clima di serenità e tranquillità a Palermo è un lungo percorso a ostacoli. Facendo un piccolo tuffo nel passato, i tecnici impressi nei cuori e nella memoria dei tifosi si possono contare sulle dita di una mano. Una piazza che, nonostante non vanti alcun titolo di prestigio, freme e non ha mezze misure. E Corini, con la sua esperienza prima da calciatore e poi da allenatore, conosce benissimo queste dinamiche. Il “lungo sfogo” nella conferenza stampa prepartita di Reggio Emilia, agli occhi di molti è apparso fuori luogo ma alla fine si è rivelato provvidenziale, un monito che ha scosso la piazza e probabilmente anche la squadra. Contro gli emiliani i rosa sono scesi in campo più determinati e anche alcuni singoli, come Gomes, Di Mariano o Insigne, sono apparsi in crescita. I primi tre punti di questa stagione, va detto, sono in larga parte merito proprio del mister di Bagnolo Mella.
Quello visto finora, con prestazioni altalenanti (la buona impressione di Cagliari, la delusione contro i galletti e gli ultimi risvolti del match di martedì), fa sorgere un dubbio: qual è il vero volto del Palermo? E’ ancora presto per decifrarlo e sabato contro la Feralpisalò non sarà un banco di prova. La ricerca del risultato è d’obbligo, contro una neopromossa, inchiodata ancora a 0 punti dopo il terzo incontro, ma non è tutto. Con gli uomini di Vecchi sarà la prima partita a mercato chiuso e con il gruppo al completo. Poi ci sarà la sosta. Fino al 16 settembre ci sarà tutto il tempo necessario per lavorare e imboccare la giusta strada ideata da Corini.
Tenuto conto delle premesse iniziali, partono le scommesse in cerca del nuovo colpevole sul quale puntare il dito: un risultato negativo di sabato riaffiorerà vecchie ferite? Un Brunori ancora a secco o il pupillo Soleri relegato in panchina e sfoderato come carta vincente nel finale? La polemica è servita.