GUARDA IL VIDEO IN ALTO
Papa Francesco ha parlato in Piazza Politeama per l’ultima tappa della sua visita a Palermo. Migliaia di giovani in festa. Prima dell’intervento di Bergoglio, il vescovo Corrado Lorefice: “Giovani, cambiate questa terra, dite no alla mafia”.
Poi Francesco: “Volevo dire grazie ai palermitani per questa giornata stancante, ma bella”.
Sono tre le domande per Papa Francesco formulate da altrettanti giovani provenienti dalle diocesi siciliane. La prima è: “Come ascoltare la voce del Signore e maturare una risposta?”; la seconda: “Quanto contano per un cristiano l’accoglienza e la dignità umana?”; la terza: “Come vivere l’essere giovani in Sicilia?”
Ecco il messaggio del Santo Padre ai giovani:
“Sognate in grande, perché nei grandi sogni troverete tante parole del Signore che vi sta dicendo qualcosa. E metteteci la faccia, ogni giorno”.
“La Sicilia è una terra d’incontro, incontro di culture. E questa non è solo una vocazione culturale ma un messaggio di fede. Purtroppo oggi viviamo in un mondo di scontri non di incontro. L’integrazione, l’accoglienza, la solidarietà sono tratti distintivi di un cristiano. Quello che oggi manca è l’amore concreto, quello del Vangelo”.
“Il Signore non si ascolta stando in poltrona. Dio si scopre camminando, facendo qualcosa per gli altri e facendo del bene. Non si aspetti che nella vita accada magicamente qualche cosa. Dio detesta la pigrizia e ama l’azione. Non vi sentiate mai arrivati”, cosi’ Papa Francesco rispondendo alle domande dei giovani in piazza Politeama.
“Meglio cavalcare i sogni belli con qualche figuraccia che diventare pensionati del quieto vivere: meglio buoni idealisti che pigri realisti: meglio essere Don Chisciotte che Sancho Panza“, ha aggiunto il Papa. “Abbiamo bisogno di uomini e donne veri, che denunciano il malaffare e lo sfruttamento, che vivono relazioni libere e liberanti, che amano i più deboli e si appassionano di legalità, specchio di onestà interiore. Abbiamo bisogno di uomini e donne che fanno quel che dicono, dicendo no al gattopardismo dilagante“.
“No al pessimismo e alla rassegnazione. Tutto può cambiare. Si può generare una civiltà nuova, fraterna, dell’amore. Siate liberi”.
“Parlate con i vecchi, ascoltate i vecchi, litigate con i vecchi perchè loro possono darvi le radici. Senza radici, senza identità, tutto è perduto. Non si può creare speranza senza radici. Se qualcuno pensa che i vecchi siano noiosi vi dico invece che possono dirvi cose interessanti che vi daranno forza per andare avanti. Prendete da loro la forza, l’appartenenza. Senza appartenenza si è giovani senza identità, senza faccia. Ricordate: radici, appartenenza, identità”.