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Partita a scacchi

Il ritorno di Cateno a Messina: scenari, voci e qualche tentazione…

lunedì 15 Luglio 2024

Archiviato l’obiettivo di un partito nazionale a breve termine, Cateno De Luca è tornato sulla mission iniziale: la candidatura alla presidenza della Regione Siciliana (QUI). La versione del leader di Sud chiama Nord dopo la sconfitta alle Europee (QUI) è talmente light da non sembrare neanche lui: stop alle dirette facebook mattutine, stop al diluvio di post, stop alle invettive. Persino l’annunciata resa dei conti a Messina con tanto di teste tagliate nella giunta Basile e nelle partecipate è stata rimandata ai prossimi dieci mesi (anche se pare che le sfuriate lontano da social e orecchie indiscrete ci siano eccome).

DE LUCA IL TUTOR

Il fuoco potrebbe covare sotto la cenere oppure un inedito Cateno riflessivo sta studiando una strategia da qui al 2027, salvo imprevisti o campagne elettorali che potrebbero tentarlo (chissà magari lo vediamo in Emilia Romagna per le regionali di novembre). Nel frattempo ha messo sotto tutoraggio il sindaco di Messina Federico Basile. I deluchiani la definiscono guida esterna, le opposizioni lo chiamano commissariamento, i cinici prevedono una sorta di stalkeraggio (QUI)

LE INDISCREZIONI

Un fatto è certo: nella strategia per la presidenza della Regione De Luca non può  permettersi di perdere Messina che a conti fatti è il vero fortino (peraltro si voterebbe a giugno 2027, prima quindi delle regionali). Quindi fioccano le indiscrezioni. C’è chi sussurra che il tutoraggio durerà poco perché De Luca vuol tornare ufficialmente alla guida di Messina usando il ritorno alle urne anticipate (2025) come traino di visibilità per le Regionali del 2027. E’ solo una voce ma l’azzardo sulla tempistica sarebbe eccessivo dal momento che da sindaco di Messina dovrebbe dimettersi 90 giorni prima delle regionali lasciando Palazzo Zanca anticipatamente per la seconda volta dopo quanto fatto nel febbraio 2022 (e stavolta i messinesi potrebbero arrabbiarsi). C’è chi, come ha scritto FdI definisce quella di Cateno la mossa del cavallo QUI (essere sindaco di Taormina e controllare nei fatti anche Messina). Infine c’è chi pensa che la giunta Basile e le partecipate saranno rivoltate come un calzino (da Cateno) prima di dicembre per la volata finale verso la madre di tutte le battaglie nel 2027: Regionali e amministrative per un Basile bis (che i maligni definiscono un De Luca tris). Il percorso per le regionali è tutto da valutare, se correrà da cavaliere solitario per la seconda volta, oppure convincerà Pd e 5stelle a sostenerlo come candidato presidente. C’ è pure una leggenda metropolitana che lo vede molto dialogante in chiave 2027 con il neo eurodeputato Marco Falcone (FI) e il presidente dell’Ars Giorgio Assenza (FdI).

GLI AVVERSARI

A Messina gli avversari politici preferirebbero un ritorno alle urne a scadenza naturale, nel 2027, contando sul logoramento di chi amministra e sul fatto che c’è tempo per serrare le fila. Se si votasse nel 2025 infatti né il centro destra né il centro sinistra avrebbero il nome del candidato/a sindaco.

ASPETTARE IL 2027

Basile ha perso la maggioranza in consiglio comunale, è finita la luna di miele con la città ma le voci su una mozione di sfiducia a dicembre sono pura fantasia. Le coalizioni antideluca non sono pronte. E’ anche per questo che nessun big ha finora lanciato frecce al Cateno tutor di Basile. L’idea è aspettarli al varco del 2027 per vedere se dopo 9 anni d’impero deluchiano (iniziato nel 2018) i messinesi vorranno cambiare o continuare.

Se si votasse domani chi sarebbero gli avversari di Basile/De Luca?

QUI CENTRO SINISTRA

Iniziamo dal centro sinistra, che nel 2022 trovò l’accordo sul nome di Franco De Domenico (all’epoca segretario cittadino Pd) con il M5S, ma una parte della sinistra si sfilò e puntò su Gino Sturniolo. Era andata peggio nel 2018 quando il centro sinistra si presentò in ordine sparso con Antonio Saitta (Pd), Gaetano Sciacca (M5S), Renato Accorinti (sindaco uscente) spalancando le porte al ballottaggio per Cateno De Luca che vinse come candidato anti sistema contro il candidato del centro destra Dino Bramanti. Tornando all’oggi è stato il Pd ad affondare i primi colpi QUI (e i più duri) contro Basile/De Luca (QUI) a dispetto di possibili alleanze all’Ars con Sud chiama Nord che i dem dello Stretto vedono come l’aglio per i vampiri. Il partito sta avviando una fase di ricostruzione ed il congresso provinciale è slittato in autunno. I dem sanno che devono recuperare quel legame con piazze e periferie che Cateno ha saputo intercettare e mantenere.

PRESTO PER I NOMI

Prestissimo parlare di nomi. C’è Maria Flavia Timbro, giovane, preparata, ex deputata alla Camera, esponente dell’area più a sinistra e che non si è mai tirata indietro quando il partito ha chiesto di scendere in campo (alle Europee di giugno ha registrato un buon consenso). Nel 2022 il suo nome era nella rosa delle possibili candidate sindaco del centro sinistra, insieme alla 5stelle ex deputata Ars Valentina Zafarana ed all’agguerrita consigliera comunale Antonella Russo (su di lei il Pd ha puntato alle Politiche del 2022 ed anche adesso è tra le possibili candidate). Tra i papabili ci sono il consigliere comunale Felice Calabrò (che nel 2013 sfiorò per pochi voti la soglia del primo turno che all’epoca era più alta rispetto a quella del 2022 e perse il ballottaggio contro Accorinti) e il consigliere comunale Alessandro Russo che è stato una spina nel fianco di Cateno sin dal 2018. Da non sottovalutare il M5S che alle Europee ha portato a Bruxelles il messinese Giuseppe Antoci (da molti visto come l’asso nella manica alle regionali 2027). Ma c’è da tenere d’occhio il movimento trasversale dei No Ponte che potrebbe riservare interessanti sorprese.

QUI CENTRO DESTRA

Anche nel centro destra oggi il nome non c’è ma c’è la consapevolezza di non voler ripetere gli errori del passato. Nel 2022 la rottura sul nome del candidato sindaco (Maurizio Croce) portò Germanà a spostare i voti su Basile che vinse al primo turno. Il centro destra governa a Roma e Palermo e si sta rafforzando anche a Messina ma se si votasse domani non ci sarebbe (quanto meno palese) il nome del o della candidata. Se guardiamo i deputati del centro destra tra Ars e Parlamento gran parte sono della provincia (Bernardette Grasso, Pino Galluzzo, Tommaso Calderone, Ella Bucalo). Quanto a Messina, in Fratelli d’Italia c’è l’assessora Elvira Amata (che si è misurata bene alle recenti Europee) e nella Lega il vice presidente del gruppo al Senato Nino Germanà (dato per prossimo segretario regionale del partito) ed in Forza Italia la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano. Proprio Forza Italia è stata in termini di voti alle Europee una sorpresa rispetto alle aspettative, anche grazie ai rinforzi dell’Mpa guidato da Luigi Genovese, dei cuffariani e di Sicilia Futura di Beppe Picciolo. Movimenti da monitorare così come quelli del governatore della Calabria Roberto Occhiuto i cui risultati nella Regione lo stanno portando in alto nel partito. Da un po’ sta guardando alla Sicilia ed allo Stretto in particolare (irritando Schifani). 

DE LUCA HA LE CARTE

Le carte in questo momento sono in mano a Cateno De Luca, che ha ben presente il quadro e ha detto “Messina è un fortino sotto assedio”. Sa bene che non è più il salvatore della patria dai cattivi e dopo sei anni non è neanche più l’ anti sistema. Sa che di inciampi la giunta Basile ne ha fatti, in ultimo una crisi idrica che sebbene meno pesante che altrove ha visto una strategia di comunicazione a dir poco inefficace che sta facendo arrabbiare i messinesi. Se gestione dei rifiuti, trasporto pubblico e grandi eventi sono punti a favore, dall’altro le politiche hard su parcheggi, viabilità, qualche errore con ForestaMe, polemiche random sui servizi sociali e il commissariamento del comune per la mancata approvazione del conto consuntivo 2023 (un colpo al cuore per De Luca….), gli addii, i mal di pancia e i conti da coprire dopo la campagna per le Europee, alimentano non poche preoccupazioni sul logoramento dei prossimi anni. Il leader di ScN sa che se perde Messina il percorso per la Regione diventa arduo ed è proprio al fortino che gli avversari puntano in una partita a scacchi appena iniziata.

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