Le origini della città di Agrigento sono legate alla civiltà greca e da diversi secoli ci si è chiesti se l’antico centro urbano fosse dotato di un teatro. Ma procediamo con ordine.
LA STORIA
Agrigento fu fondata da alcuni coloni sicelioti (greci di Sicilia) provenienti da Gela, dando vita, nei primi decenni del VI secolo a. C., al primo nucleo cittadino, chiamato Akragas. Agrigento, in poco tempo, divenne una città ricca e fiorente, una delle colonie greche siciliane più importanti e potenti. Ne è testimonianza odierna l’ampia area archeologica della Valle dei Templi che con i numerosi templi, edifici e necropoli ci fornisce un’idea della potenza raggiunta dall’antica Agrigento, la quale, quasi sicuramente, giunse a contare oltre 100 mila abitanti e, probabilmente, arrivò ad averne circa 200 mila, una cifra davvero enorme per l’epoca.
Anche le testimonianze degli autori antichi sono concordi circa l’importanza della città. Pindaro definì Akragas “la città più bella tra i mortali” e il filosofo Empedocle scrisse “L’opulenza e lo splendore della città sono tali, gli akragantini costruiscono case e templi come se non dovessero morire mai e mangiano come se dovessero morire l’indomani”. Una descrizione esemplare, quest’ultima, dell’estensione e del benessere raggiunto dalla città siceliota.
Ma, per diversi secoli, del teatro della città si perse memoria, nessuno sapeva se fosse mai effettivamente esistito. Ed era lecito pensare che ad Akragas vi fosse stato un teatro. Sembrava davvero difficile, infatti, pensare che in un centro urbano così importante, non vi fosse stato un complesso teatrale. Un vero e proprio mistero anche perché gli scavi archeologici non avevano portato alla luce nulla di concreto.
LA RICERCA
E nulla dicevano neppure le fonti scritte. In verità, nella seconda metà del I secolo d. C., lo scrittore Sesto Giulio Frontino riteneva che nel 415 a. C., durante la spedizione ateniese in Sicilia, Alcibiade avesse effettuato i suoi discorsi contro i siracusani proprio nel teatro di Agrigento. Ma è certo che la base operativa degli ateniesi nella spedizione in Sicilia fosse stata Catania. Quindi, molto probabilmente, Frontino o i copisti a lui successivi, tramandarono un’informazione erronea.
In ogni caso, si continuava a pensare che il teatro greco di Akragas fosse esistito in quanto ogni città ellenica, anche di dimensioni contenute, ne aveva uno. Il teatro, infatti, non soltanto aveva una funzione culturale e sociale di enorme importanza ma, oltre ad averne anche una urbanistica e artistica, ne aveva un’altra: in teatro la popolazione si riuniva pure per essere informata su provvedimenti e messaggi ufficiali. Quindi il teatro aveva anche una funzione civile.
Solitamente i teatri greci venivano costruiti secondo regole ubicative e tecniche ben precise, sfruttando pendenze, tendenzialmente dolci, di valli e colline con un orientamento nord-sud. Inoltre, nello specifico, Akragas era dotata, come dimostra la Valle dei Templi, di un asse sacro di dimensioni davvero notevoli, difficile quindi non pensare ad un asse civile altrettanto grande, dotato anche di un teatro.
Però, era ed è un dato inconfutabile che gli autori antichi, giunti fino a noi, pur descrivendo l’antica Agrigento con toni entusiastici, sottolineandone splendore e ricchezza, non si soffermino sul teatro. Ciò, naturalmente, alimentò dubbi circa la sua esistenza. Nel corso del tempo furono elaborate diverse ipotesi: ora, supponendo che la struttura teatrale fosse stata distrutta dai cartaginesi nel 406 a. C., quando conquistarono la città greca, ora, credendo che l’architettura del teatro fosse stata realizzata con materiali piuttosto deperibili, come il legno, ora, ritenendo che le testimonianze antiche sul teatro fossero andate perdute.
La prima testimonianza scritta, dopo quella di Frontino, sul teatro antico di Agrigento, oltretutto piuttosto concisa, risale al XVI secolo ad opera dello storiografo Tommaso Fazello, nel suo “De rebus Siculis Decades Duae”, il quale dichiarava “Ne riconosco a malapena le fondamenta”.
GLI SCAVI ARCHEOLOGICI
Nel 1925 l’archeologo Pirro Marconi, deciso a svelare il mistero del teatro dell’antica Akragas, iniziò un’approfondita campagna di scavi con lo scopo e la speranza di portare alla luce qualche traccia della struttura teatrale. Ma Marconi, pur rinvenendo rovine di alcuni edifici, non ebbe la fortuna di trovare alcunché sul teatro.
Diversi decenni successivi, tra gli anni Ottanta e Novanta, si prospettò un nuovo piano di scavo nell’area di San Nicola ad opera di una squadra di specialisti del Politecnico di Bari.
Ed ecco che, nel settembre 2016, venne rinvenuto un elemento architettonico, una struttura in calcare: si trattava di un gradone della cavea superiore di un teatro. Finalmente, il teatro greco di Akragas era stato riportato, se non del tutto, alla luce. Gli spalti, secondo l’architettura greca, erano appoggiati sulla cavea rocciosa. Il teatro, risalente al IV secolo a. C., circa un secolo dopo, a seguito della conquista romana, venne ampliato, raggiungendo, probabilmente, un diametro di 95 metri.
Così, dopo secoli di dubbi e ipotesi, negli ultimi anni il teatro antico di Akragas (Agrigento) è stato recuperato dalle viscere dell’oblio e grazie al lavoro degli archeologici è stato restituito alla memoria collettiva. Si aggiunge, in questo modo, un’altra perla della già ricca area archeologica di Agrigento, a testimonianza del passato glorioso della città. Un altro tesoro del passato che proietta sempre più Agrigento e la Sicilia in una dimensione mitica e universale.