Lavoro, lavoro, lavoro: in Sicilia è praticamente un mantra. L’ossessione dei siciliani per la ricerca di un’occupazione sembra essere confermata dalle statistiche anche nel 2018, o almeno per quel che riguarda i primi sei mesi dell’anno che si sta per concludere. Tra gennaio e giugno, infatti, in Sicilia si è registrato un aumento del 1,5% delle persone in cerca di occupazione. Il dato è stato diffuso da Bankitalia ed è contenuto nel Report sull’economia delle regioni italiane. Una percentuale bassa, anche se in controtendenza rispetto a quella registrata alla fine dell’anno scorso, quando la variazione fu addirittura negativa e il dato si attestò a -2,4%. Leggermente in ascesa anche la forza lavoro presente nell’isola, con una variazione dello 0,5% (a fine dicembre 2017 si era registrata una crescita dello 0,4%).
L’analisi comparata dei primi sei mesi dell’anno, se si prendono in considerazione le altre realtà d’Italia, fa comprendere come le variazioni, che certo devono tenere conto dei valori di partenza di ciascuna delle economie regionali, siano decisamente variabili nel nostro Paese, fino a distacchi rilevanti tra regione e regione. Si va dall’aumento delle persone in cerca di occupazione in Liguria (+8,8%) alla diminuzione percentuale delle Marche, che tocca addirittura il -23%. In mezzo non mancano le sorprese, con un +4,3% nel Veneto, per esempio, o un -13.7% in Puglia.
Ma torniamo alla Sicilia: lo studio di Bankitalia prende in considerazione anche le variazioni del numero degli occupati nel periodo gennaio-giugno2018 rispetto ai singoli settori dell’economia. Una percentuale positiva si registra in agricoltura, dove si registra una crescita del 14,9%. Addirittura +17% il dato che riguarda l’industria in senso stretto. In calo, invece, nei primi sei mesi dell’anno, gli occupati nelle costruzioni, settore trainante dell’economia siciliana ma che sta attraversando un lungo stato di crisi. In questo caso, infatti, gli occupati sono calati del 2,4%. Stesso discorso deve essere fatto per il settore dei servizi, con una percentuale negativa del 2,5%.