Con l’estate che ancora infuoca la Sicilia, e dopo il no del ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, per un posticipo del rientro a scuola addirittura ad ottobre, l’inizio delle lezioni fissato per il 12 settembre si avvicina rapidamente.
La Sicilia si conferma addirittura tra le prime regioni italiane a riaprire le scuole, insieme a Sardegna, Campania e Molise, per una messa in moto a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale. Tuttavia, l’avvio del nuovo anno scolastico sarà caratterizzato da un clima estremamente sfavorevole: le previsioni meteo indicano ondate di calore intense e temperature roventi, che renderanno particolarmente difficile la permanenza nelle aule per studenti e insegnanti.
Aule inadatte e clima estremo
La situazione è ulteriormente complicata dalla precarietà degli edifici scolastici siciliani, molti dei quali non sono adeguatamente attrezzati per affrontare le sfide climatiche. Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito, solo il 6% delle scuole siciliane è dotato di impianti di climatizzazione o ventilazione. Questo dato allarmante mette in evidenza la necessità urgente di investimenti per garantire ambienti di apprendimento sicuri e confortevoli. Mentre migliaia di studenti sono impegnati con gli esami di riparazione, un appuntamento già di per sé carico di stress, il caldo soffocante di questi giorni rende la situazione ancora più difficile. Sono oltre 22.000 gli studenti di licei, istituti tecnici e professionali che stanno affrontando le prove di recupero, cercando di colmare le lacune accumulate durante l’anno scolastico.
Un problema strutturale da affrontare
Il caldo estremo che ha caratterizzato le ultime estati italiane ha messo in luce le criticità del sistema scolastico, evidenziando l’urgenza di interventi strutturali. Garantire aule fresche e confortevoli è fondamentale non solo per il benessere di studenti e insegnanti, ma anche per un apprendimento efficace e sereno.
In un’intervista esclusiva, l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Mimmo Turano, ha fornito ulteriori dettagli a ilSicilia.it sulla situazione e sulle misure adottate dalla Regione. “Che senso ha rinviare l’anno scolastico di tre giorni?”, ha dichiarato Turano. “Abbiamo deciso di anticipare l’inizio delle lezioni per garantire più periodi di pausa durante l’anno, con vacanze che inizieranno il 20 dicembre e un lungo ponte durante il periodo pasquale. È importante che gli studenti abbiano momenti di stop durante l’anno scolastico“.
La questione della sicurezza e dei finanziamenti
Turano ha poi affrontato il tema della sicurezza degli edifici scolastici, sottolineando come l’assessorato abbia concentrato i suoi sforzi sull’analisi della vulnerabilità sismica delle scuole. “L’assessorato prima di pensare ai climatizzatori ha pensato di mettere in sicurezza tutta una serie di edifici scolastici per la vulnerabilità sismica. Abbiamo dato incarichi ai comuni per modernizzare il patrimonio immobiliare della Regione“, ha spiegato l’assessore.
Riguardo alla mancanza di climatizzazione nelle scuole, Turano respinge qualsiasi responsabilità. “La Regione non possiede scuole, ma può finanziare progetti presentati da comuni e province“, ha precisato. “Se un comune presenta, ad esempio, un progetto per un tetto fotovoltaico che alimenti impianti di climatizzazione, la Regione può finanziare quel progetto. Ma è compito dei sindaci e dei presidenti delle province attrezzare le scuole sotto questo aspetto. La Regione può intervenire solo attraverso il finanziamento di progetti, mentre la gestione concreta delle scuole spetta ai singoli comuni e province. Il calendario scolastico – conclude Turano – è di competenza regionale, ma per garantire condizioni adeguate nelle scuole, è necessaria una collaborazione stretta tra enti locali e Regione”.
L’inizio del nuovo anno scolastico in Sicilia mette in luce non solo l’urgenza di adeguare gli edifici scolastici alle sfide climatiche, ma anche la necessità di una maggiore sinergia tra istituzioni locali e regionali. Questa emergenza climatica, non è certamente destinata ad estinguersi nel breve periodo, ma continuerà a mettere alla prova la resistenza di studenti e insegnanti negli anni a venire. Solo con un impegno condiviso si potrà costruire una scuola all’altezza delle esigenze attuali e future.