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I dati Inail del 2023

In Sicilia sul lavoro ci si ammala di più

giovedì 22 Giugno 2023

Come può una Nazione come l’Italia avere la normativa migliore a livello europeo che, però, non riesce a tradursi negli “Zero morti sul lavoro” invocati dai sindacati?

“È una stranezza tutta nostrana – afferma Ignazio Baudo, della segreteria Uil Sicilia con delega alla Sicurezza sul lavoroperché con le leggi che abbiamo dovremmo poter ridurre al massimo anche gli infortuni e non solo le ‘morti bianche’. Per farlo – dice – si deve agire sempre di più sulla percezione del rischio, attraverso la bilateralità, le buone pratiche, la prevenzione, la formazione di lavoratori e aziende. Una buona base di partenza – fa notare Baudo – è il cosiddetto dvr, che coinvolge anche i medici aziendali. Solo conoscendo a monte i rischi, si può fare una migliore valutazione di quali siano i comportamenti migliori per evitare conseguenze anche gravi sulla salute”.

PUBBLICATI DATI INAIL 2023

Intanto, sono stati pubblicati i dati Inail relativi al primo bimestre 2023. In Sicilia aumentano le malattie professionali, sia per gli uomini che per le donne. Nel primo bimestre 2023 sono stati 228 i casi denunciati, 62 in più rispetto allo stesso periodo del 2022. La maggior parte di questi riguarda lavoratori del settore Industria e servizi. Solo 3 di questi sono lavoratori nati fuori dall’Unione europea. Dati in leggera controtendenza rispetto all’anno scorso, quando erano stati 4 nel periodo gennaio-febbraio.

L’Inail fa anche la suddivisione tra i diversi tipi di malattia professionale: quelle più riscontrate sono quelle del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo (77 casi), seguiti da quelle del sistema respiratorio (38), ma sono ben 67 i casi in cui non si è riusciti a determinare l’origine della malattia.

AUMENTANO LE MALATTIE PROFESSIONALI, DIMINUISCONO GLI INFORTUNI SUL LAVORO

Al contrario, pur restando nell’ordine delle migliaia, diminuiscono gli infortuni sul lavoro: da 5.212 a 3.791, considerando come arco temporale sempre i primi due mesi dell’anno. Un incremento, però, si registra nel caso di chi per lavoro si sposta senza mezzi di trasporto: si passa dalle 383 denunce di gennaio-febbraio 2022 alle 478 dello stesso periodo di rilevazione di quest’anno.

La maggior parte degli infortuni (2.566) avviene in ambito Industria e servizi, ma 991 sono le denunce che riguardano dipendenti statali, seguite dal settore agricolo.

Contrariamente a quanto avviene per le malattie professionali, gli infortuni riguardano, sì, per la maggior parte lavoratori nati in Italia (3.589), ma sono 115 quelli nati nei Paesi extra Ue, mentre sono 87 quelli nati in Europa.

E SE SI GUARDA ALL’ETA’ DEGLI INFORTUNATI?

Un dato allarmante, però, è quello che viene fuori quando si vanno a verificare le età dei lavoratori infortunati: tra gennaio e febbraio del 2023 sono 211 gli adolescenti tra i 15 e i 19 anni ad aver subito un infortunio, 49 in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Allo stesso tempo, mentre sono stabili gli Over 70, aumentano i casi di Over 75 ad essersi infortunati.

MENO MORTI SUL LAVORO, MA ANCORA LONTANO OBIETTIVO “ZERO”

Le “morti bianche” in Sicilia sono sei in meno nel periodo gennaio-febbraio. Da nove scendono a tre. Ma non basta.

“Le banche dati dell’Inail – commenta Baudosono utili, ma non sono complete. Per riuscire a ridurre al minimo i rischi di infortunio e arrivare, così, all’obiettivo ‘Zero morti sul lavoro’ bisognerebbe far emergere anche le motivazioni alla base di malattie e infortuni. Capire cosa ha causato la malattia respiratoria oppure la rottura di un arto eviterebbe in molti casi il riproporsi del problema. Quanto agli Over 70, poi, si deve lavorare per una modifica della normativa pensionistica, allargando la platea di quei lavori usuranti per permettere ai lavoratori di andare in pensione prima”.

Quanto all’aumento degli infortuni tra gli adolescenti, invece, “il ruolo della formazione è cruciale – sottolinea Baudoper una reale consapevolezza dei rischi. Per questo, sono molto importanti gli enti bilaterali, che si occupano di fare formazione e informazione sia con i lavoratori che con le aziende. Infine – ci tiene a dire il segretario Uil Sicilia – su tutti questi dati incide anche il contrasto al fenomeno dal punto di vista repressivo. Capita, non sempre ma spesso, che l’assolvimento degli adempimenti venga recepito come un’incombenza meramente burocratica. Quindi, si torna al punto di partenza e alla mancanza cronica degli ispettori del lavoro, conclude.

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