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Inaugurato il ”museo delle Spartenze” a Villafrati: luogo di storia delle migrazioni

domenica 11 Febbraio 2018

Giorno 28 gennaio è stato inaugurato a Villafrati, paese della Sicilia interna a 30 km da Palermo, il “Museo delle Spartenze”, luogo che racconta le migrazioni, voluto sia dalla Giunta municipale, guidata da Franco Agnello, che dal Consiglio comunale, per documentare e valorizzare l’esperienza migratoria degli abitanti di tredici paesi dell’entroterra palermitano: Corleone, Prizzi, Ventimiglia di Sicilia, Vicari, Baucina, Bolognetta, Campofelice di Fitalia, Cefalà Diana, Ciminna, Godrano, Marineo, Mezzojuso, oltre, naturalmente, a Villafrati.

Spartenza vale radice tossica della migrazione”, come afferma Andrea Camilleri, ma anche “possibilità di cambiamento, nuovo orizzonte progettuale“, per ricordare le parole di Leoluca Orlando, sindaco della città metropolitana di Palermo presente all’inaugurazione del museo. Quest’ultima è poi proseguita presso il vicino Teatro del Baglio con il concerto intitolato “Merica, Merica!” della Compagnia di canto popolare favarese, storico ensemble guidato da Maurizio Piscopo. Lo stesso Piscopo e Salvatore Ferlita avevano curato il libro contenente le canzoni di migrazione e il cd per Salvatore Sciascia editore dal titolo, appunto, di “Merica, Merica!”.

Nel neonato museo ci sono bauli e lettere di chi si era stabilito nel New Jersey, le insegne dei social club formati dagli emigrati siciliani nelle città nordamericane a inizio Novecento, i manifesti delle ”compagnie di navigazione” che propagandavano il “sogno americano” per vendere biglietti di viaggio. E ci sono anche i giubbotti di salvataggio dei giorni nostri, le foto dei cadaveri allineati a Lampedusa nel tragico naufragio del 3 ottobre 2013, le bussole portate sui gommoni, che attraversano carichi di disperati il Canale di Sicilia.

Tutto questo ed altro ancora si può da oggi vedere in cinque sale che compongono il nuovo museo delle Spartenze.

Da questi Comuni, sin dall’ultimo ventennio dell’Ottocento, sono partiti singoli e famiglie con sacchi e valige su bastimenti mai visti prima verso gli Stati Uniti, il Brasile, l’Argentina, il Venezuela, o la Tunisia a poche ore di viaggio. Un esodo ripreso dopo la seconda guerra mondiale con destinazione Italia settentrionale, Francia, Germania, o Svizzera, paese dove i villafratesi hanno costruito una colonia in quel di Losanna. Molte ragazze e ragazzi di Villafrati sono cresciuti con i loro nonni, in Sicilia, o sono dovuti diventare “invisibili”, nascondendosi nelle periferie delle città della civilissima Confederazione elvetica.

La mostra permanente, realizzata anche grazie al concorso di donazioni da parte di cittadini, si avvale delle installazioni artistiche di Domenico Giammanco e di Salvo La Barbera.

Questa istituzione non è solo luogo dove trovare informazioni e immagini, ma anche contenitore di domande, risposte, problemi. Punta ad essere un vero e proprio laboratorio di cultura, strumento di conoscenza e valorizzazione della memoria storica delle migrazioni, sede di laboratori didattici e centro propulsore di ricerche e di raccolta di documenti, per favorire la riflessione anche sulle cause e le conseguenze delle attuali partenze dei giovani verso il Nord e i Paesi europei e stimolare nello stesso tempo il confronto con le migrazioni contemporanee, che vedono arrivare in Sicilia persone che rischiano la vita fuggendo da carestie, guerre e persecuzioni.

Il museo delle Spartenze si ispira alla pratica della “public history”, la storia fatta con il pubblico e per il pubblico, fuori dalle accademie, intrecciando storia e memoria collettiva per una pace autentica tra le generazioni e tra i popoli.

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