I carabinieri di Milazzo (ME) hanno notificato avvisi della conclusione delle indagini preliminari emessi dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, a quattro persone fisiche accusate di disastro ambientale colposo e ai due persone giuridiche, una società di produzione cinematografica, di video e programmi televisivi ed una società operante nell’ideazione e realizzazione di effetti speciali per cinema, tv e teatri, per responsabilità amministrativa in ragione del reato ambientale.
L’inchiesta riguarda l’incendio a Stromboli il 25 e 26 maggio 2022, in un’area naturale protetta e sottoposta a vincolo ambientale, inserita nei siti “Unesco” e “Rete Natura 2000” e nella riserva naturale “Isola di Stromboli e Strombolicchio”, che sarebbe divampato durante le riprese di una fiction sulla Protezione civile affidata dalla Rai alla “11 Marzo film”.
I carabinieri, dopo aver prestato assistenza alla popolazione, hanno subito avviato le indagini, e hanno individuato quattro persone fisiche, tra cui il legale rappresentante ed il direttore di produzione e preposto della società di produzione cinematografica, e il legale rappresentante di una società operante nell’ideazione e realizzazione di effetti speciali per cinema, e un socio lavoratore deputato alla effettiva attuazione degli effetti speciali, i quali, poco prima che divampasse il vasto incendio, erano presenti sull’isola, nel set cinematografico, per realizzare la serie televisiva.
I quattro indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, anche di violazioni della normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, “di non aver redatto un documento di valutazione dei rischi che tenesse adeguatamente conto del pericolo di incendio e di non aver attribuito specifico rilievo all’utilizzo di effetti scenici consistenti nella generazione di fuochi artificiali, mediante l’utilizzo di materiale altamente infiammabile, di non aver adottato misure atte a prevenire eventuali incendi, e non aver garantito la formazione specifica dell’unico addetto antincendio”.
E ancora “di non aver escluso l’accesso al set cinematografico in relazione ai rischi derivanti dall’accensione di fiamme “controllate”, di non aver verificato eventuali deficienze di mezzi attrezzature di lavoro o di eventuali condizioni di pericolo, di aver utilizzato, per l’accensione delle fiamme “controllate”, attrezzature rudimentali, prive di libretti d’uso e manutenzione e di averle utilizzate senza adeguata formazione ed addestramento e non tenendo conto delle condizioni metereologiche in atto, in violazione dell’ordinanza sindacale che vietava l’accensione di qualsiasi tipologia di fuoco durante le giornate ventose”.
Tutto ciò, secondo l’accusa, avrebbe determinato, l’innesco di un incendio boschivo che ha interessato oltre 240 ettari complessivi e cagionato un gravissimo disastro ambientale, oltre al danneggiamento di alcuni alcune abitazioni ed edifici adibiti a pubblica utilità.