L’avvocato Piero Amara, arrestato nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza sull’ex Ilva, e’ stato “soggetto attivo della corruzione in atti giudiziari sia a Trani che a Taranto”. Carlo Maria Capristo (a cui e’ stato notificato la misura dell’obbligo di dimora a Bari) e’ accusato, quando era Procuratore a Trani, di aver accreditato presso l’Eni Amara (con cui era stato messo in relazione dal poliziotto Filippo Paradiso, oggi arrestato) come “legale intraneo agli ambienti giudiziari tranesi in grado di interloquire direttamente con i vertici della Procura”.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Capristo, quando era Procuratore di Trani, nonostante “la palese strumentalita’”, si autoassegnava in co-delega con i sostituti Antonio Savasta e Alessandro Pesce procedimenti penali che scaturivano “da esposti anonimi” sull’Eni “redatti dallo stesso Amara” e “consegnati” direttamente allo stesso Capristo. Negli esposti veniva “prospettata la fantasiosa esistenza di un inesistente progetto” che “mirava a destabilizzare i vertici dell’Eni e in particolare a determinare la sostituzione dell’amministratore delegato, Claudio Descalzi”.