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3 miliardi, il tesoro di Irfis per il rilancio dell’economia siciliana

martedì 6 Dicembre 2016
Gaspare Borsellino (direttore Italpress) e Andrea Dagnino (Irfis)

Prestiti ma anche attività di consulenza per le imprese siciliane. Irfis-FinSicilia, società a totale controllo della Regione, guidata da poco più di un mese da Alessandro Dagnino, dopo aver ottenuto a luglio l’autorizzazione che consentirà di operare come intermediario finanziario, punta adesso a far crescere la sua presenza sul mercato del credito nell’Isola.

L’Istituto a luglio ha ottenuto l’iscrizione all’albo unico e si avvia verso una nuova fase – ha spiega Dagnino nel corso di un forum organizzato dall’Agenzia Italpressa differenza dei concorrenti l’Irfis si focalizza interamente sul territorio regionale: il suo scopo è incentivare gli investimenti in Sicilia. Abbiamo un patrimonio di vigilanza di 100 milioni di euro che ci permette di prestare denaro senza bisogno di esporci, un patrimonio che – spiega Dagnino – è destinato ad aumentare in maniera automatizzata, dal momento che la Regione ha stabilito che i rientri dei prestiti possono essere trattenuti dall’Irfis. Questo significa che man mano l’Irfis aumenterà il proprio patrimonio, arrivando a cifre molto considerevoli, vicine ai 3 miliardi di euro“.

Nei primi 10 mesi del 2016, Irfis ha deliberato 63 finanziamenti (a fronte di 144 richieste) per 47,3 milioni, stipulandone 27 per 25,1 milioni. Le province in cui si è maggiormente concentrata l’attività di finanziamento sono state Palermo (23,1%), Agrigento (12,1%), Catania e Messina (7,1%). Nessuna erogazione invece per le imprese di Enna, Trapani, Caltanissetta e Ragusa.”A fianco di questa attività, abbiamo intenzione di rafforzare anche la consulenza in favore delle imprese, delle start up, operando in tandem con le Università – racconta Dagnino -. Abbiamo anche elaborato prodotti di finanza innovativa, come i cosiddetti minibond, prestiti obbligazionari che consentono alle piccole e medie imprese emittenti di reperire finanziamenti rivolgendosi a investitori qualificati e riducendo, così la dipendenza dal sistema bancario”.

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