Massoneria, banche e affari. C’è questo dietro la gestione della Bcc di Paceco sequestrata nel pomeriggio dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo al termine di una complessa indagine condotta dalla Dda di Palermo. I fascicoli sono corposi e oltre alle videate del software Molecola compaiono i verbali di un collaboratore di giustizia noto nel trapanese. Si tratta di Nino Birrittella, ex patron del Trapani calcio arrestato nel 2005, gola profonda dei magistrati che conducono le inchieste sugli affari della mafia di Trapani.
Uno dei verbali è datato dicembre 2013 ed è stato depositato agli atti del processo d’appello che ha visto il senatore Tonino D’Alì (Forza Italia) assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Un carteggio corposo che scandisce i ritmi e i meccanismi della Bcc di Paceco, adesso sotto sequestro. Birrittella, dinanzi ai pm che indagavano sul politico trapanese ha descritto l’influenza delle logge nelle decisioni dell’istituto di credito. “La massoneria ha una fortissima influenza sulle decisioni che vengono prese lì dentro” e “quando fui scarcerato – ha ammesso Birrittella – mi recai alla banca Grammatico per aprire un conto, ma non riuscii a farlo. Parlando mi fu detto che era con il professor Filippo Coppola che dovevo parlare, perché era lui che comandava in banca”.
(Foto tratta dal documentario “Malitalia” di Laura Aprati e Enrico Fierro)