La Corte dei Conti accende i riflettori sul ponte che non c’è, il Ponte sullo Stretto di Messina. Tra le righe si intuisce il pensiero dei magistrati contabili. Da anni in liquidazione, la Società Stretto di Messina va chiusa. Nel corso degli anni, la società ha prodotto solo spese e “ha richiesto alle amministrazioni statali rilevanti somme a titolo di indennizzo” per un ammontare di circa 300 milioni, da qui un lungo contenzioso che va a sommarsi a quello aperto dai privati.
Tutto questo è scritto nella delibera la Corte dei Conti sulla “ridefinizione dei rapporti contrattuali della società Stretto di Messina”. A parere della magistratura contabile, il contenzioso fra concessionaria e Amministrazioni statali “risulta contrario ai principi di proporzionalità, razionalità e buon andamento dell’agire amministrativo”. Peraltro, rileva ancora la Corte dei Conti “non risultano iniziative della Presidenza del Consiglio e del Ministero delle Infrastrutture per por fine al contrasto con la concessionaria”. I giudici contabili ritengono poi “opportuno che gli azionisti (della Società Stretto di Messina, cioè principalmente l’Anas) compiano una specifica valutazione circa i vantaggi conseguibili dal contenzioso attivo, a fronte di costi certi per la permanenza in vita della stessa” società ancora in liquidazione. In poche parole, chiudete.