La stagione estiva per alcuni, forse per tanti, sembra procedere con una certa rapidità tra un tuffo a mare, una serata con gli amici, un viaggio last minute. Eppure non potrebbe esserci occasione migliore per fermarsi un attimo, tanto quanto basta, per dedicarsi alla lettura del nuovo libro di Carlo Barbieri, “La difesa del bufalo”, edito Dario Flaccovio.
Quasi duecentodieci pagine scorrono veloci tra le mani, come le rapide ed incalzanti sequenze narrative e dialogiche del volume. Del resto non poteva essere altrimenti di fronte ad un giallo, che, assorbendo echi di attualità, narra il caso di un giovane foreign fighter tunisino pronto, dopo avere raggiunto la famiglia in Italia, a compiere, per il volere di Allah, il “gesto estremo”.
Il contesto è quello estivo e colorato dei quartieri e delle strade palermitane, nel tipico clima in cui fervono i preparativi per il Festino di Santa Rosalia. Il commissario Francesco Mancuso, personaggio caro a molti, che di Barbieri sono affezionati lettori, noto per il suo senso di umanità e di dovere, ma anche per qualche particolare, quanto distintiva mania, deve fare i conti con l’attentato suicida di matrice islamica.
Un caso questo, su cui stanno dietro i servizi segreti, ma nel quale il commissario della Omicidi, lavorando ad un fatto di routine a Ballarò, si trova catapultato.
Accenti di umorismo e di tenerezza da una parte, riflessioni leggermente sopite dall’altra, il romanzo, che da un punto di vista temporale è articolato in dieci giorni, dal 4 al 14 luglio, si carica di elementi di tensione e di forte drammaticità in una corsa contro il tempo tra indizi ed intuizioni. Non mancano quei passaggi chiave, funzionali allo sviluppo della storia, messaggi che vanno oltre le parole scritte.
Di particolare interesse lo sguardo retrospettivo al giovane tunisino Karim: una storia, per così dire, dentro una storia, che ne mostra i punti di vista, gli stati d’animo e le modalità che l’hanno portato a diventare un foreign fighter. Aspetto quest’ultimo che invita, e non è certo un caso, a riflettere sul male, oggi presente, del terrorismo.
La conclusione del nuovo romanzo di Carlo Barbieri “La difesa del bufalo” è tra lo stupore e la commozione: due epiloghi, due prospettive differenti.
Per coglierne il significato, l’acuto e attento lettore non potrà fare a meno di notare che il finale non si allontana poi così tanto dall’inizio.
Carlo Barbieri è nato nel 1946 a Palermo. Ha vissuto nel capoluogo siciliano e anche a Catania, Teheran e Il Cairo. Adesso risiede a Roma ma torna spesso nella sua Sicilia. Ha scritto “Pilipintò – Racconti da bagno per siciliani e non”, i gialli “Il morto con la zebiba”, “La pietra al collo” (pubblicato anche nella collana Noir Italia de IlSole24Ore) e “Il marchio sulle labbra” (Dario Flaccovio Editore, premiato al Giallo Garda 2015). Con questa casa editrice ha pubblicato anche la raccolta di racconti “Uno sì e uno no”. Barbieri è stato premiato, fra l’altro, al Città di Cattolica 2014, al Città di Sassari 2014, all’Efesto-Città di Catania 2014 e all’Umberto Domina 2013. Cura rubriche sulle testate web Malgradotutto, SiciliaJournal e Nitronews.