Sono stati condannati a Palermo tre dei sei imputati in un processo per organizzazione di combattimenti tra cani. I tre avevano scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, mentre per gli altri tre imputati è pendente il rito ordinario. Lo rende noto la Lav, Lega Anti Vivisezione. In particolare, M.N. è stato condannato ad 1 anno di reclusione e al pagamento di 50 mila euro di multa, ottenendo la sospensione della pena subordinata al risarcimento del danno in favore delle parti civili Lav, Lida e Ugda entro il termine di 90 giorni dal passato in giudicato della sentenza. Altri due imputati, G.G. e M.G., invece, hanno subito la condanna ad 1 anno, 1 mese e 10 giorni di reclusione e al pagamento di 52 mila euro di multa.
Tutti gli imputati sono stati condannati al risarcimento dei danni in favore delle parti civili più il pagamento delle spese processuali. Il reato contestato a tutti, inclusi gli imputati per i quali il processo è ancora in corso, è il concorso nel delitto previsto dall’articolo 544-quinquies del Codice Penale: “perchè in concorso tra loro, materiale e morale, promuovevano o comunque organizzavano un combattimento di cani di razza pit bull che poteva metterne in pericolo l’integrità fisica, utilizzando videoriproduzioni contenenti scene e immagini dei combattimenti e delle competizioni e curandone la registrazione delle immagini attraverso una macchina digitale“.
A due di essi è stato contestato anche il reato di maltrattamento di animali, perchè in concorso tra loro, nel corso dei combattimenti, causarono lesioni a un pit bull, che successivamente morì. Gli imputati furono denunciati il 12 novembre del 2013, quando i Carabinieri di Palermo eseguirono diverse misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nell’ambito di un’indagine sui combattimenti tra cani. “Queste condanne, tra le prime a Palermo, sono particolarmente importanti perchè e’ stata riconosciuta la pericolosità sociale di un fenomeno criminale complesso e articolato che, purtroppo, negli ultimi tempi è in preoccupante aumento – dice Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della Lav -. A indicare l’aggravarsi del fenomeno sono l’aumento delle segnalazioni, il numero di persone denunciate, i molti ritrovamenti di cani feriti o morti a seguito delle lotte e lo spopolare nel web di pagine che esaltano i combattimenti. Sono aumentati – prosegue Troiano – anche i furti e i rapimenti di cani di razze abitualmente usate nei combattimenti“.