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La Legalità determina la fiducia

venerdì 14 Aprile 2017
Elio Sanfilippo
Elio Sanfilippo

Uno dei fattori determinanti per rafforzare l’elemento Fiducia nell’attività economica e nei rapporti sociali e civili è l’affermazione della Legalità. Legalità significa sicurezza, ed è un elemento costituivo della coesione sociale, previene l’emarginazione dei soggetti più deboli, assicura la sana competitività tra le imprese, prosciuga l’acqua alla mafia che ha bisogno dell’illegalità per prosperare.

La legalità non significa soltanto osservanza delle Leggi e punizione della loro violazione ma instaurazione di una convivenza che rispetti diritti, regole e la dignità delle persone a prescindere dalla razza, dalla religione, dal censo.

Ecco perché vanno combattute le grandi illegalità come le piccole perché le une e le altre si tengono insieme in un’azione corrosiva del tessuto civile e democratico.
Una questione di Valori:

Vi è chi sente furbo perché ad esempio evade le tasse o trucca una gara pubblica.
Chi si sente libero perché costruisce abusivamente o guida ubriaco.
Chi si sente intraprendente perché passa con il rosso, corrompe un funzionario, prende merce a un supermercato senza pagare. Si giunge così perfino a uccidere un proprio simile, a distruggere una vita, una pianta, un monumento, una costa, un giardino. E’ la classica “teoria dei vetri rotti”!

In uno stabile succede che si rompe un vetro condominiale. Se esso non viene prontamente sostituito ben presto i vetri rotti aumenteranno e lo stabile subirà un degrado irreversibile e tutto ha avuto inizio con il primo vetro rotto. Da qui nasce il concetto di responsabilità sociale dell’individuo con se stesso, con la famiglia, con il territorio, con il lavoro, con l’impresa. Trasferito sul terreno dell’economia e dell’impresa, il tema della legalità assume una valenza di natura strutturale, un valore fondamentale tale da ritenersi una precondizione indispensabile per individuare qualsiasi ipotesi di sviluppo di un territorio o di una singola impresa o di un sistema d’imprese.

La globalizzazione dell’economia punta infatti ad individuare il Territorio e il suo contesto “ambientale” uno degli elementi da valutare al fine di valutare le condizioni ottimali per lo sviluppo di un’area o di una impresa. Un territorio a forte presenza di illegalità o condizionato da poteri criminali è destinato ad essere tagliato fuori da ogni possibilità di sviluppo in quanto rappresentano un vincolo inaccettabile per il marcato. Ecco perché l’agire etico non è estraneo all’ economia ma è ad essa fortemente connesso e sostiene la sua capacità di competere nel mercato globale. L’alternativa è infatti la marginalità, il nanismo imprenditoriale , il depauperamento del territorio. La Legalità, dunque come fattore di crescita.

Paradossalmente, invece, assistiamo, al proliferare di pratiche illegali, a una corruzione diffusa che ci pone ai primi posti in Europa (anche per questo l’ economia non cresce o cresce lentamente) e al tempo stesso ad un affievolimento dell’attenzione delle forze sociali, della politica e delle istituzioni. Rimane l’impegno della magistratura che, però, interviene attraverso gli organi inquirenti sul versante repressivo, quando cioè i guasti si sono già prodotti. Il tema è, pertanto, come prevenire questi fenomeni, come costruire nell’impresa e nei territori, percorsi di legalità. Che fine hanno fatto, a tal proposito, i codici etici, i protocolli di legalità, le misure antiracket che tanto impegno avevano attivato tra gli operatori e le rappresentanze sociali?

Che fine ha fatto l’applicazione di una legge rivoluzionaria che risale al 1991 (decreto 231) che indicava alle imprese l’adozione di modelli organizzati e gestionali in grado di prevenire azioni eticamente riprovevoli e impedire forme d’inquinamento e di condizionamento, per cui la responsabilità penale non era più, come nel passato, solo personale, ma era estesa all’impresa. Si cancellava, di fatto, dal nostro ordinamento il principio per cui “ societas non potest delinquer”, ma anche l’impresa, in base ai suoi comportamenti, può essere “arrestata”. Sarebbe interessante monitorare l’applicazione di questa legge , verificare quante sono le aziende che l’anno applicata. Un compito che potrebbe svolgere l’autorità nazionale anticorruzione ( Anac) che acquisterebbe cosi un ruolo più chiaro e non di sovrapposizione ad altri organi dello Stato. Senza Legalità non c è futuro! Per questo è urgente un risveglio di attenzione e di iniziativa.

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