Quanto quei Comitati siano “civici” lo stabiliranno gli elettori di Palermo alle amministrative. Di sicuro “Comitati civici” di Palermo sono in perenne movimento e non solo perché movimento lo sono per definizione. Un sinuoso balletto trasversale, che in sei o sette mesi ha attraversato l’intero arco delle forze politiche cittadine.
Adesso, la settimana scorsa, la scelta definitiva di campo. Si sono riuniti all’Hotel Wagner e incontrando la stampa insieme a Leoluca Orlando hanno reso ufficiale l’adesione al progetto che punta a confermare l’attuale primo cittadino sulla poltrona più importante (e scomoda) di sindaco. L’obiettivo, neanche tanto celato, è far da ago della bilancia nella sfida elettorale del prossimo giugno, dove si profila un braccio di ferro all’ultimo voto tra Orlando e l’eterno sfidante Fabrizio Ferrandelli. Cinquestelle permettendo.
Sul piano numerico, quindi, lo staff dei Coraggiosi dovrà fare a meno di un consistente pacchetto di voti che i Comitati Civici, ora, sono pronti ad assicurare alla coalizione di Orlando. Correranno con la “Lista Palermo 2022”. Uno smacco per lo sfidante, convinto fino agli ultimi giorni di poter contare sul sostegno di quei Comitati.
I Comitati civici sono gruppi ben radicati nel territorio e portatori di istanze concrete per l’azione amministrativa della città. Tuttavia, all’inizio della campagna elettorale, mostravano di avere idee abbastanza confuse sulla posizione da prendere e sulle alleanze da sottoscrivere per il futuro di Palermo.
Perché, politicamente parlando, la prima tentazione dei comitati civici, la scorsa estate, non rispondeva a nessuna delle due attualissime candidature big per la poltrona di Sindaco. In principio, fu Ismaele La Vardera. E in quel caso non si trattava di un sostegno ma di una proposta. Tutti, infatti, ricordiamo i video e i post del giornalista ex Iene: spiegava di avere ricevuto l’offerta alla candidatura a sindaco di Palermo proprio da quei movimenti. Sul finire della calura estiva Lavardera disse prima “ci penserò su”, salvo poi rifiutare con cortesia quella proposta. Alla fine, come sappiamo bene, deciderà di correre da solo, per poi diventare catalizzatore delle attenzioni di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Poi per il Movimento venne il periodo “ferrandelliano”, un tira e molla durato qualche settimana. Tempo utile alla fine soltanto a logorare i rapporti tra gli ambasciatori delle due parti in causa. Un replay di quanto già visto. Alla fine, dunque, i Comitati civici di Palermo hanno scelto di sostenere Orlando. Il “no” a Ferrandelli viene spiegato non tanto come “causa-effetto” per la variegata coalizione al seguito del candidato “Coraggioso” , quanto sul “fuoco” del programma elettorale.
A conti fatti, i Comitati sono convinti che il programma di Orlando sia maggiormente focalizzato sulle reali problematiche della città. E’ veramente questa la ragione di fondo del sostegno a Orlando? Sul piano politico la scelta sembra contraddittoria. Basta rileggere i post dei Comitati degli ultimi dodici mesi (tutti pubblicati sulla pagina facebook del Movimento) per capire che tra il primo cittadino e i “Civici” non sia mai corso buon sangue. Dalla contestatissima (definita letteralmente un “cataclisma”) alla gestione della Rap, dalla mobilità cittadina ai cantieri aperti che soffocano il commercio, tra Comitati e Palazzo delle Aquile non è mai sbocciato l’amore. Anzi, la matrice identitaria del movimento è stata sempre quella di esser da pungolo agli amministratori. A conti fatti, un piccolo (si fa per dire) “regime change”, ma in campagna elettorale, si sa , tutto è concesso.