Bisogna saper comprendere le differenze per capire il conflitto.
“La Pac (Politica Agricola Comune) esiste solo ed esclusivamente perché i consumatori, contribuenti, cittadini europei, ovvero “azionisti di maggioranza”, continuano a pagare le tasse, per alimentare il sistema dei sussidi della Pac“, afferma Nino Sutera, coordinatore European Rural Parliament Italy.
Nel corso dei sessanta anni di vita, la Pac ha subito frequenti evoluzioni, proprio perché gli “azionisti di maggioranza” sono diventati molto esigenti.
“Una sorta di vero scambio. Io cittadino europeo continuo a sostenere il mondo agricolo, pagando le tasse, tu agricoltore adotti una serie di soluzioni, a favore dell’ambiente, dell’alimentazione e del prossimo. In tanti fanno finta di ignorarlo, ma se si dovesse interrompere questo patto tra galantuomini, il mondo agricolo non ne trarrebbe nessun beneficio, anzi!“.
Per Nino Sutera, uno degli obiettivi dei padri fondatori della comunità economica europea Cee, così si chiamava una volta, era quella di assicurare pace e prosperità al suo popolo. Per fare ciò, il mondo agricolo, che rappresentava la fetta più consistente dell’Europa unita è stata destinataria di finanziamenti a go-go rendendola da una parte un oasi, dall’altra dipendente dall’assistenza. Nell’Europa agricola, qualsiasi cosa è stata oggetto di finanziamenti pubblici attraverso la Pac. In parole povere assistenza pura, non tutti gli agricoltori ne hanno beneficiato in ugual misura. Chiaramente in un Europa a 9 o a 15 tutto era molto più semplice, in un Europa allargata, un po’ meno, non ci sono più le risorse per tutti. “Le politiche a favore dell’ambiente non c’entrano niente, non sono responsabili della crisi, semmai l’aumento dei costi di produzione a causa della guerra si, sono i responsabili numero uno, anche se non da soli. Per fare un esempio il costo del carburante agricolo prima della guerra era di 0.67 centesimi di euro, oggi 1.20 euro“.
“Solo per i non addetti ai lavori la responsabilità è da addebitare al Farm to Fork“, continua Nino Sutera “una strategia chiave dell’Unione europea nell’ambito del Green Deal, con l’obiettivo di rendere il sistema alimentare più sostenibile dal punto di vista ambientale e a migliorare la salute dei cittadini. Al contrario Farm to Fork rappresenta un opportunità dell’Europa Agricola, del sud Europa, dove come è noto le condizione agroclimatiche consentono di produrre nel pieno rispetto dell’ambiente e della natura, anche con basso apporto di mezzi tecnici (chimica in primis, pesticidi, che come è stato accertato dalla ricerca, proprio bene alla salute e all’ambiente non fanno)“.
Circa l’80% delle risorse europee va a una piccola lobby (20%) di aziende capitaliste, mentre l’80% delle aziende a conduzione diretta-familiare.
“In questo contesto si inseriscono le fake news, i talebani e gli integralisti e per finire i tuttologi, come dire tutti hanno una funzione, creare e alimentare confusione, perchè come scriveva Tomasi di Lampedusa. Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”, conclude Nino Sutera.