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La Sicilia dei piani regolatori arranca tra la burocrazia. Radiografia di un ritardo

giovedì 6 Settembre 2018

In Sicilia il numero dei Comuni in cui ci sono strumenti vigenti in materia di piani regolatori, con vincoli non scaduti negli ultimi cinque anni, si ferma al 9%. Tra gli altri, il 60% è dotato di strumenti vecchi che quasi si perdono nella notte dei tempi, e alcuni di questi risalgono addirittura ai vecchi programmi di fabbricazione.

La legge di riforma sull’urbanistica siciliana potrebbe nascere entro l’anno da una convergenza quanto più ampia possibile all’interno del parlamento di Sicilia che sia in grado di mettere a punto le istanze e i ragionamenti necessari per andare oltre la quarantennale normativa di riferimento, frutto all’epoca, di un’intesa trasversale tra Psi, Pci e Democrazia cristiana.

Ne è convinto il deputato regionale del Pd Anthony Barbagallo che già nella precedente legislatura, prima di entrare a far parte del governo politico voluto da Crocetta, aveva avviato un percorso legislativo in materia su cui la sintonia con altre forze (5stelle in testa) non era mancata: “In questa legislatura-chiarisce Barbagallo– ho riproposto il ddl che aveva incassato dalla precedente commissione Ambiente più di un consenso. La legge era stata incardinata ed erano stati votati oltre la metà degli emendamenti”.

Lo schema che dovrebbe costituire l’ossatura del nuovo impianto legislativo ha ricevuto in passato l’apprezzamento degli atenei siciliani e degli ordini professionali. Il governo regionale starebbe valutando concretamente l’ipotesi di portare avanti il testo in questione, fatto che andrà in ogni caso perfezionato per smussare angoli, dosare equilibri politici  e ragioni dei territori, e non lasciare nulla al caso: “Questa è una legge di tutti, ogni forza politica deve dare il suo contributo con un ragionamento da perfezionare, ma su cui l’impronta originaria pare sia accolta con favore. Auspichiamo arrivi il contributo dei 5stelle, del presidente della commissione e del governo”.

Per Barbagallo non c’è un male oscuro sui ritardi della burocrazia e degli strumenti di pianificazione, ma va inserito un articolo sulla copertura dei costi di progettazione: “Oltre all’ipotesi del fondo di rotazione, in finanziaria quest’anno è stata approvata la norma per il contributo  ai Comuni per assumere i geologi, si potrebbe replicare lo schema per i progettisti di Prg e gli urbanisti”.

Barbagallo infine coglie anche un aspetto politico della vicenda: “Oggi il ruolo dei Consigli comunali è sempre più  concentrato sul lato finanziario  e urbanistico del territorio. Questo potrebbe essere un modo di coinvolgere le assemblee elettive siciliane conferendogli un adeguato rango di assunzione di responsabilità”.

 

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