Quale destino per il Palacongressi di Taormina? Quando sono ormai trascorsi 35 anni dal “battesimo” e dopo una infinità di miliardi di lire e milioni di euro spesi in manutenzioni dal Comune, rimane ancora un’enorme punto interrogativo la situazione dell’auditorium nato sulle ceneri del vecchio Teatro Margherita. Progettato per diventare un punto di riferimento del turismo congressuale e una struttura dove fare spettacoli invernali, è stato accostato più volte a TaoArte ed anche concesso per brevi periodi con poteri marginali all’ente culturale, ma in definitiva il Palacongressi era e resta l’incompiuta per eccellenza della località che ospiterà il G7 del prossimo anno. E proprio il G7 si appresta a diventare lo spartiacque per il futuro del palazzo di piazza Vittorio Emanuele.
Il Comune non ha mai voluto lasciare spazio ai privati e per tre decenni ha preferito effettuare interventi tampone. Un “bagno di sangue” per il bilancio di Palazzo dei Giurati, mentre l’immobile rimaneva aperto a singhiozzo e per lo più dalla primavera ad inizio autunno con qualche eccezione per importanti eventi anche invernali di qualche giorno. Intanto è diventato realtà il problema dell’agibilità, e da parecchi anni ormai il Palazzo dei Congressi vive di autorizzazioni a tempo, di volta in volta, concesse dai Vigili del fuoco e della Commissione di Vigilanza. In questi anni spazio riservato alla settimana del Festival del Cinema – che oltre al Teatro Antico si appoggia proprio sul Palacongressi – e alcuni convegni. Più difficile si è fatta la situazione per gli spettacoli, essendo problematica l’accoglienza in piena sicurezza del pubblico.
Adesso, alle porte del 2017, spunta una nuova ipotesi: una joint venture tra Comune, Albergatori, Imprenditori e TaoArte. La soluzione presa in considerazione è quella cioè di un accordo tra le parti per una gestione della struttura che riesca a far vivere 12 mesi l’anno il Palacongressi. Gli albergatori sono in pressing e lo chiedono in affidamento per almeno 3 anni, la Giunta ha aperto a questa idea e il Consiglio comunale attende gli sviluppi non senza qualche perplessità. Sarà la svolta o l’ennesimo nulla di fatto? Già qualche anno fa si prospettò la previsione di un project financing poi sbarrato in sede consiliare. Di sicuro c’è che il palazzo necessita di opere come la sistemazione degli impianti, ed anche della climatizzazione ma soprattutto il riposizionamento dei locali motori che attualmente si trovano ai livelli sotterranei, in un punto che confligge con la limitrofa presenza dei sistemi idraulici di raccolta delle acque.
Una “convivenza” troppo rischiosa che obbliga ad uno spostamento dei motori in altri piani. E questi ed altri lavori andranno fatti in tempi brevi, anzi subito. All’orizzonte c’è il G7, e per quella occasione il Palacongressi servirà ad accogliere alcune conferenze, l’edificio è già stato visitato con attenzione dalla delegazione di Palazzo Chigi a partire dal 9 giugno scorso. E il Palacongressi rientra nell’elenco (non ancora ufficiale) dei “cantieri” che dovrebbero scattare dopo le festività a Taormina in vista del summit dei Capi di Stato e di Governo. Per questi ed altri lavori, come la sistemazione delle strade di accesso/uscita della Perla dello Ionio, c’è un fondo ad hoc di 15 milioni di euro inserito nella legge di bilancio: altri 30 milioni serviranno, invece, per l’organizzazione complessiva delle iniziative collaterali al G7 di Taormina e per le conferenze che avranno luogo nel corso del 2017 anche in altre località italiane). Per mettere a norma e rendere definitivamente agibile il Palacongressi si parla di opere stimabili per un costo tra i 2 e i 4 milioni. Aspettando gli sviluppi operativi del G7 e la nomina del commissario straordinario del G7, che dovrebbe dare poi l’ok all’apertura dei cantieri, il Comune ha emesso quattro determine dirigenziali per altrettanti lavori da 27 mila euro da eseguire in tempi stretti in oggetto alla pulizia igienico-sanitario, manutenzione impianti ed attrezzature antincendio, e la manutenzione degli ascensori. Da giugno in poi, una volta trascorso il G7, e dopo il Festival del Cinema, il Palacongressi rimarrà aperto o no? E’ l’interrogativo che si pongono gli operatori economici per i quali il sito potrebbe rappresentare un’addizione di rilievo nel sistema turistico locale e che si trovano a non poter usufruire delle potenzialità del palazzo.
Nel 2007 si era fatta avanti per la gestione “Pirelli Re” con un apposito sopralluogo a Taormina, nel 2015 si era interessato all’immobile Videobank, colosso delle telecomunicazioni senza fili che mise sul tavolo 1 milione di euro per la ristrutturazione e messa a norma. Il tutto salvo poi rinunciare, poco dopo, nell’aprile 2016: “non abbiamo avuto nessuna risposta in riscontro alla proposta fatta. L’immobilismo burocratico ci ha frenati, non siamo più interessati”, comunicò la società di Belpasso. E si era anche riparlato pure di un affidamento del palazzo, da parte del Comune, a Taormina Arte nell’ambito della trasformazione del Comitato nella costituenda Fondazione. Tale passo, ove mai si fosse trovata un’intesa, sarebbe avvenuto nel contesto della dotazione patrimoniale da conferire alla nascitura Fondazione. Ma il Consiglio comunale ha ritenuto opportuno non acconsentire a quell’assegnazione del bene, perché sulla condizione economica dell’ente culturale rimangono debiti e dubbi. E allora il Palacongressi veste sempre più i panni della “bella Camilla che tutti la vogliono e nessuno la piglia”. O forse è più corretto dire che è il Comune a volersi ostinare a mantenere, ad ogni costo, le chiavi in mano: così facendo le prospettive saranno quelle di un’ulteriore fase di stasi o semmai c’è da attendersi qualche decisione che inverta la rotta e consenta l’agognato decollo della struttura?