Alla Real Fonderia alla Cala, nel giorno di Santa Lucia, si sono ritrovate circa 200 persone tra rappresentanti di Rifondazione Comunista, Sel, gli ecologisti, Sinistra Italiana, i referenti di Tsipras, movimenti e associazioni. La sinistra “radicale”, che quattro anni fa si è presentata disunita e sparpagliata in più liste, come ricordato dall’assessore Giusto Catania, prova a parlarsi in vista dell’appuntamento elettorale del 2017 nel tentativo di riportare la “sinistra-sinistra” all’interno del consiglio comunale. Quasi tre ore di interventi in cui, dal dibattito sull’esito del referendum alla ridefinizione di cosa sia la sinistra, si sono confrontati tanti militanti e dirigenti di soggetti con un passato tutt’altro che pacifico. L’unica cosa che non si discute è il sostegno all’esperienza dell’amministrazione di Leoluca Orlando, un’esperienza che secondo Catania va “radicata contro il ritorno dei barbari”.
Oltre a Catania a intervenire sono stati Barbara Evola, lo storico leader dei disobbedienti Luca Casarini, Ermanno Giacalone, Adam Darawsha, Luigi Carollo del Palermo Pride, Claudia Rizzo, Ottavio Terranova dell’Anpi Palermo Comandante Barbato, Mariangela Di Gangi del Laboratorio ZenInsieme, Massimo Castiglia di Handala e tanti altri, in due ore e mezza che hanno visto anche qualche intervento “esterno”, come Ninni Terminelli, storico consigliere comunale e dissidente del Pd, che ha salutato con favore l’iniziativa dando la disponibilità a lavorare al futuro della sinistra cittadina.
Lo spunto lanciato dal palermitano “acquisito” Casarini di innovare i metodi partecipativi e far vivere le esperienze “dal basso” per scacciare il rischio che questa sia soltanto una lista di scopo, ha poi monopolizzato la fine del dibattito, con l’aggiornamento dell’assemblea a nuovo incontro per inizio Gennaio e con il lancio della pagina social “lasinistraXpalermo” per raccogliere spunti e contributi.
Che sia davvero un nuovo inizio per la sinistra palermitana lo scopriremo nel 2017, con l’aprirsi della fase elettorale vera e propria e la composizione delle liste, il momento della verità per capire se l’annosa litigiosità (“una nostra caratteristica in tutto il mondo, ciò che ci differenzia dagli altri” ha detto in una battuta del suo intervento Adham Darwasha) dimostrata in questi anni sia stata definitivamente seppellita, in uno scenario che, considerato il sempre più concreto fallimento grillino palermitano per il caos firme false, vede aprirsi spazi elettorali che fanno temere meno di altre volte lo sbarramento.