La Rap attraversa un momento non facile. Nonostante la situazione patrimoniale sia tornata parzialmente a sorridere alla società guidata da Giuseppe Todaro, c’è da far fronte al passivo accumulato negli ultimi due anni e alle prossime scadenze dettate dai bandi europei. Tutto ciò con una evidente carenza di personale. Impegni a cui l’azienda intende far fronte attraverso il piano di risanamento redatto dall’ex commissario Zes Carlo Amenta e recentemente aggiornato su indicazione del Comune di Palermo. Documento al quale, denuncia la Cgil, la Rap vorrebbe dare attuazione attraverso il ricorso ad un altro incarico di consulenza esterna. Insomma, secondo il sindacato, la Rap potrebbe vivere la situazione paradossale di attuare il piano scritto da un consulente esterno attraverso l’opera di un altro consulente esterno.
Il profondo rosso del bilancio 2023
Come è noto, il bilancio 2023 si è chiuso con un pesante saldo negativo da 9,8 milioni di euro. Una cifra che praticamente triplica l’attuale capitale sociale aziendale e a cui si è aggiunto un ulteriore milione di euro in questi nove mesi del 2024. Fatto che ha sostanzialmente costretto il Comune di Palermo ad intervenire, attraverso la predisposizione di risorse per 3,2 milioni di euro da inserire nella prossima variazione di bilancio di fine novembre. Fondi che serviranno a dare linfa al nuovo piano di risanamento. Insomma, una sorta di “piano salva-Rap” che comprenderà anche il ricorso al passaggio di proprietà di Palazzo Cairoli, attuale sede aziendale, e dei centri comunali di raccolta costruiti in città.
I punti del piano di risanamento
Il piano di risanamento, nella sua prima bozza originale di aprile 2024, era stato redatto dall’ex commissario Zes Carlo Amenta. Oggi è stato necessario un aggiornamento del suddetto piano per implementarlo il nuovo quadro economico-finanziario. L’atto non prevede soltanto sacrifici, ma anche una strategia di rilancio che passa inevitabilmente da un potenziamento della gestione operativa attraverso gli investimenti sul polo di Bellolampo e dall’implementazione del piano di raccolta differenziata. Un settore su cui la città di Palermo è particolarmente deficitaria.
La necessità di potenziare la raccolta differenziata
Da qualche mese, il servizio porta a porta è stato esteso anche ai quartieri di Partanna e Mondello. Ma servirà ben altro per schiodare il capoluogo siciliano da quel mesto dato ancora al di sotto del 20%. Lunedì, il presidente Giuseppe Todaro ha convocato una conferenza stampa per presentare il piano di estensione del progetto ad alcune aree del centro storico e alla borgata marinara di Sferracavallo. Una mossa che serve non solo per lanciare un segnale al Comune e alla Regione, la quale ha varato recentemente il nuovo piano rifiuti regionale, ma anche e soprattutto per recuperare terreno per l’attuazione del programma di estensione di raccolta differenziata per il quale, l’Amministrazione Comunale, ha giovato di fondi europei per circa 41 milioni. Fallire significherebbe dover restituire quelle risorse. E in un periodo di piano di riequilibrio come quello che sta attraversando Palazzo delle Aquile, fare ciò sarebbe molto difficile. Anzi, praticamente impossibile.
Per farlo serve assumere
Ma tutto ciò passa inevitabilmente dall’assunzione di nuovo personale. Un concetto che Giuseppe Todaro ha messo nero su bianco in una missiva inviata ad ottobre agli uffici del Comune. C’è però da fare i conti con i problemi economici della società e con un piano di riequilibrio che lascia pochi margini di manovra all’Amministrazione. Un fatto su tutti. La Rap ha dovuto sottoscrivere contratti di assunzione a tempo determinato (e non a tempo indeterminato così come previsto dal bando originale emanato dall’ex amministratore unico Girolamo Caruso) proprio per far fronte alla carenza di risorse e per la necessità di ripianare prima i conti. Accordi lavorativi recentemente rinnovati per altri sei mesi attraverso un provvedimento dello stesso presidente di Rap.
Un esterno per attuare il piano di un esterno: la nota della Cgil
La stessa mancanza di risorse che ha costretto Rap ad inserire al momento soltanto 106 operatori ecologici rispetto ai 306 previsti dal bando. Insomma, fino a quando il piano di risanamento non produrrà risultati sarà difficile vedere nuovi ingressi. D’altro canto, senza soldi, il pastore non può cantar messa. Le speranze dei 200 vincitori in graduatoria e in attesa di un posto passano dall’attuazione del piano di risanamento. Un documento redatto da un consulente esterno e alla cui attuazione, probabilmente, potrebbe pensare un altro consulente esterno.
A lanciare l’allarme è stato il rappresentante della Cgil Riccardo Acquado. Il sindacato ha invitato una lettera agli uffici dell’azienda e del Comune di Palermo chiedendo chiarimenti in tal senso, nonchè “una puntuale disamina di tutte le attività che si intendono portare a compimento, significando che un eventuale esborso economico, da un lato, non sarebbe giustificabile alla luce dell’attuale condizione di criticità finanziaria di RAP e, dall’altro, mortificherebbe le già riconosciute professionalità interne alla medesima Società. Cionondimeno – aggiunge la Cgil –, giova inoltre ricordare che per il piano di risanamento la RAP ha già sborsato per una consulenza esterna la somma di 65.000 euro complessivi, alla quale non si ritiene opportuno aggiungere ulteriori spese. Giova precisare, al riguardo, che fantomatiche e presunte competenze accampate da parte di un soggetto esterno che da qualche tempo, senza alcun formale incarico, orbita tra i corridoi di piazzetta Cairoli“, conclude la lettera.
Le reazioni
Motivo per il quale il rappresentante della CGIL Riccardo Acquado dichiara: “Contiamo sul piano di risanamento e sulle economie per attuare e ampliare definitivamente le assunzioni degli autisti e degli operatori ecologici, con la quale RAP non può sottrarsi a quei specifici obiettivi per invertire la rotta sulle perdite economiche garantendo servizi da espletare in qualità”.
Il capogruppo del M5S Antonino Randazzo auspica l’intervento degli uffici. “Chiederò formali chiarimenti alla Presidenza della Rap e al controllo analogo del Comune di Palermo. E’ inaudito che la RAP, nonostante le esigue risorse economiche, ricorra a consulenze esterne con spese ingiustificabili che altrimenti potrebbero essere impiegate per la valorizzazione delle professionalità del personale interno e soprattutto quando la stessa società, in attesa di una sua ricapitalizzazione e alla messa in sicurezza, fatica ancora nel compiere il percorso di stabilizzazione e assunzione di nuovo personale (assurda l’ulteriore proroga di altri 6 mesi dei contratti di lavoro degli operatori assunti a tempo determinato)”.