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Gabriele Lavia torna protagonista nella “sua” Taormina, dove fu direttore artistico della sezione prosa di Taormina Arte dal 1984 al 1994, e il pubblico del Teatro Antico ritrova uno degli artisti più amati con un doppio evento speciale: Medea, stasera (8 agosto), e poi “Il sogno di un uomo ridicolo” di Fedor Dostoevskij, domani (9 agosto), nella doppia veste di regista prima e attore subito dopo, nell’ambito del cartellone eventi della Fondazione TaoArte.
Si comincia stasera, in prima nazionale, con Medea di Euripide, una particolare riduzione operata dallo stesso Lavia con interpreti Federica Di Martino e Simone Toni. Domenica sera invece Lavia sarà interprete della pièce teatrale di Dostoevskij, offrendo con la sua magistrale abilità una riflessione profonda e appassionata sulla condizione dell’essere umano. Due appuntamenti da non perdere, riportano così sul palcoscenico del Teatro Antico un grande artista e la sua presenza rinverdisce la tradizione di quegli eventi di qualità dei quali proprio Lavia è stato uno dei volti, per eccellenza, più apprezzati dal pubblico taorminese sin dagli Anni Ottanta.
“E’ una grande emozione il poter tornare in un luogo così bello a cui sono molto affezionato ed è bello che la città sia ancora adesso molto affezionato a quello che abbiamo portato in scena negli anni passati”, ha evidenziato Lavia. “Medea è una trascrizione, un trasferimento da una drammaturgia classica a una contemporanea, dove tutti i personaggi vengono “asciugati” in due che sono quelli principali, il marito e la moglie, Medea e Giasone. “Il sogno di un uomo ridicolo” è un pezzo che da tanti anni mi porto appresso, da quando avevo 16 anni e poi ne avevo 35 quando lo dovetti imparare a memoria per il Festival di Spoleto”.
“A Taormina abbiamo fatto tante cose insieme al mio amico Ninni Panzera (segretario generale di Taormina Arte) e speriamo di riuscire a fare qualcosa di bello il prossimo anno, sempre qui. Lo possiamo anticipare, la speranza è quella di fare Re Lear di Shakespeare e ci auguriamo che si possa di nuovo avere il Teatro Antico al massimo della capienza. L’entusiasmo è quello di sempre, è quello del primo giorno. Guardiamo sempre a questa città e a questo luogo come una ragione, un punto di arrivo, un traguardo. In fondo il teatro è un traguardo, che guarda all’origine però dell’uomo”.
Poi uno sguardo al futuro e all’auspicio di un ritorno alla piena normalità: “Questo è un momento ma ci sarà un momento in cui tutto tornerà più forte di prima e con una coscienza e una consapevolezza in più”.