In principio era il cannolo, dolce siciliano per antonomasia, ad imbandire in Sicilia le tavole degli eventi politici soprattutto per suggellare la vittoria alle elezioni. Nessun festeggiamento poteva celebrarsi senza una sfilza di vassoi colmi di questo straordinario prodotto della tradizione dolciaria dell’Isola. Per decenni è riuscito a sublimare la soddisfazione provata da politici e sostenitori, dopo le fatiche delle campagne elettorali. Così è stato per molto tempo, fino a quanto il cannolo divenne l’emblema dell’imbarazzo e della fine di una stagione politica.
Il riferimento è alla famosa visione della “guantiera” di cannoli con la quale Totò Cuffaro, nel gennaio del 2008, accolse la sentenza nel processo di primo grado per le talpe alla Dda di Palermo. Il pronunciamento dei giudici aveva il valore di un verdetto elettorale. Secondo l’allora presidente della Regione quella sentenza andava festeggiata, poiché proclamava la sua colpevolezza solo, si fa per dire, per “favoreggiamento semplice” a Cosa nostra. Quella fotografia, scattata da Michele Naccari di Studio Camera, fece il giro del mondo, suscitando stupore e rimarcando l’indignazione di gran parte dell’opinione pubblica nei confronti di un rappresentante delle istituzioni che aveva favorito la mafia.
Di lì a qualche giorno Cuffaro si sarebbe dimesso. I cannoli si trasformarono nella raffigurazione della scomposizione di uno schieramento che nell’ultimo decennio aveva dominato la scena politica regionale. La vittoria del successore di Cuffaro, Raffaele Lombardo, fu immediatamente seguita dalla frammentazione della maggioranza di centrodestra. A pochi mesi dalla sua elezione Lombardo perse il sostegno di alcune forze che lo sostenevano e ricevette l’appoggio esterno del Partito democratico, che in quel modo, pur tra intensi travagli interni, tentò di scardinare un sistema di potere che sembrava inesorabile.
Il cannolo per anni non calcò i tavoli dei rinfreschi preparati in occasione degli appuntamenti elettorali. Questo dolce, per certi versi, subì l’onta di quell’immagine anche nell’ambito stretto della ristorazione. Proprio nello stesso periodo, infatti, ironia della sorte, nei ristoranti siciliani e di tutta Italia iniziò a farsi largo una sua variante: il cannolo scomposto, ovvero un dessert servito al piatto e da mangiare con le posate. Per alcuni questa cupola di crema di ricotta, condita con gocce di cioccolata e scaglie di buccia di cannolo, fu vista come un’interessante innovazione culinaria. Per altri, invece, rappresentò un vero e proprio sacrilegio.
Oggi la ricomposizione del centrodestra, in vista delle prossime elezioni regionali, strizza l’occhio ai fasti e al furore di quel centrodestra dei record, tanto che per molti analisti ed osservatori Nello Musumeci è il favorito alla carica di presidente. D’altronde tra i supporter di Musumeci ci sono leader e forze che hanno avuto ruoli di primo piano nelle esperienze di governo di Totò Cuffaro. Nulla di strano, quindi, che la cosa possa avere ripercussioni anche sulla riabilitazione del cannolo, contribuendo così a ricomporre la sua piena egemonia culturale e facendolo tornare ad essere il dolce simbolo della vita politica siciliana.