Migliorare l’efficienza e la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale garantendo al contempo qualità e accessibilità delle prestazioni per i pazienti. I nuovi Livelli essenziali di assistenza (LEA) e il nomenclatore tariffario, dopo una lunga attesa, sembravano finalmente un porto sicuro, ma la navigazione si è presto trasformata in una tempesta inaspettata.
I nuovi tariffari: cosa cambia?
“I nomenclatori sono elenchi che stabiliscono le tariffe delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, accessibili ai cittadini tramite strutture private accreditate e aziende ospedaliere, e degli ausili per la disabilità, forniti gratuitamente o con ticket – spiega -. Tra le principali novità introdotte, sottolinea come siano state finalmente incluse le prestazioni di procreazione medicalmente assistita nei LEA, oltre a quelle per la diagnosi e il monitoraggio di celiachia e malattie rare. Si parla anche di nuove indagini diagnostiche avanzate, come l’enteroscopia con microcamera ingeribile e gli screening neonatali. Un altro aspetto interessante riguarda la consulenza genetica, ora prevista per chi deve confermare o escludere un sospetto diagnostico. Anche la radioterapia è stata aggiornata con tecnologie innovative, tra cui stereotassia, adroterapia e radioterapia con braccio robotico”.
L’entrata in vigore e i ricorsi
“Il nuovo tariffario sarebbe dovuto entrare in vigore il 1° gennaio 2024, mentre quello per l’assistenza protesica il 1° aprile dello stesso anno. Tuttavia, a causa di diversi ostacoli, è stato implementato solo il 30 dicembre 2024. Questo ha generato un’immediata reazione da parte dei laboratori accreditati, che hanno presentato ricorso al TAR del Lazio. Il tribunale ha inizialmente sospeso l’applicazione fino al 28 gennaio, ma, dopo un controricorso del Ministero della Salute, ha deciso di rinviare la decisione definitiva a maggio, lasciando così il Catalogo attualmente in vigore”.
Quali sono stati i criteri di determinazione delle tariffe?
“Le tariffe sono state stabilite tenendo conto dei principi di efficienza ed economicità, basandosi sui costi standard rilevati in strutture pubbliche e private di regioni come Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Marche. Per garantire un aggiornamento periodico, il catalogo prevede la partecipazione di sottogruppi di lavoro specializzati nei vari ambiti sanitari, con un confronto costante con Associazioni di Categoria e Società Scientifiche“.
Le principali modifiche?
“Per i laboratori di analisi le tariffe sono state calcolate considerando i costi medi di strutture che effettuano oltre 200.000 prestazioni annue. Anche la genetica medica ha subito un’importante revisione grazie alla collaborazione con la Società Italiana di Genetica Umana. Inoltre, si sono ridefinite le prestazioni di medicina fisica riabilitativa sulla base di studi condotti da ASUR Macerata, Lewis e Bocconi. Per la radioterapia, invece, si è collaborato con AIRO, la Società Scientifica di Radioterapia Oncologica.
La Protesica è uno dei campi più discussi
“Sì! Nello specifico il numero di dispositivi concessi è stato ridotto, ma è migliorata sensibilmente la qualità degli stessi. Il numero totale delle prestazioni è passato da 1.702 a 2.108 e molte di esse sono state riorganizzate per maggiore chiarezza“.
Quali sono i cambiamenti nel settore dei laboratori?
“Sono state abolite 643 prestazioni obsolete e modificate 141. È stata introdotta anche la metodica reflex, che permette di eseguire automaticamente ulteriori test in caso di risultati fuori norma. Questo sistema, pur comportando un lieve incremento dei costi, ha il grande vantaggio di ridurre i tempi diagnostici, beneficiando sia i pazienti che il Servizio Sanitario Nazionale”.
Per i medici prescrittori quali sono le nuove indicazioni?
“Nel nuovo catalogo sono state introdotte delle note esplicative per aiutare i medici prescrittori a comprendere meglio quali prestazioni siano incluse o escluse da determinati codici. Viene anche ribadita l’importanza di privilegiare l’esenzione per patologia, ove possibile, per garantire una maggiore appropriatezza nelle prescrizioni.
Con queste modifiche, il Servizio Sanitario Nazionale punta a modernizzare il sistema tariffario, cercando di bilanciare sostenibilità economica e qualità delle cure offerte ai cittadini. Tuttavia, il dibattito resta aperto e la decisione finale del TAR potrebbe portare a nuovi aggiustamenti”.