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lo Spoils System

Leggi e retroscena sul potere di nomina dei 27 Direttori Generali della Regione Siciliana

mercoledì 2 Novembre 2022

Il Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani si è insediato il 13 Ottobre 2022. Questa data ha molta importanza, sicuramente per la giusta soddisfazione del neo presidente ed anche per tutti i cittadini siciliani che vedono così terminare questo intenso periodo elettorale ed intravedono una regione con un governo operativo. Ma il presidente Schifani sa bene che dal 13 Ottobre ha 90 giorni per mettere in pratica lo Spoils System. Si tratta della possibilità che avrà il nostro presidente di nominare, revocare o far ruotare i dirigenti generali della Regione Siciliana.

Lo Spoils System ha origine negli Stati Uniti, ma diversamente da loro in Italia interessa solo gli incarichi dirigenziali, di stretta estrazione fiduciaria, delle pubbliche amministrazioni. Scendiamo nel particolare delle norme e dei nominativi.

Nell’amministrazione regionale si possono nominare 27 Dirigenti Generali a capo di altrettanti Dipartimenti. Stiamo attenti, il presidente può farlo ma, all’interno della sua discrezionalità, dovrà rispettare alcune norme e principi giuridici sanciti dalla Corte Costituzionale.

Dovete sapere che in Sicilia, non è pienamente recepito il decreto legislativo 150/2009 (c.d. decreto Brunetta) soprattutto nella parte che disciplina le figure dirigenziali. Noi ancora abbiamo in vigore la legge regionale 10/2000 che prevede tre fasce dirigenziali. I dirigenti generali dovrebbero appartenere alla prima o alla seconda. Ma, e qua sta il primo inghippo, ad oggi non c’è nessun dirigente in servizio in prima fascia, soltanto quattro in seconda fascia e circa settecentocinquanta in terza fascia. Quindi tranne i quattro in seconda fascia e cioè l’ing. Alberto Pulizzi, il Dr. Cono Antonio Catrini, il Dr. Salvo Giuffrida e la Dott.ssa Donata Giunta, tutti gli altri hanno la qualifica di terza fascia, compresi coloro (quasi tutti) che ad oggi ricoprono questo incarico. Per dovere di precisione dal 2006 non esiste più la terza fascia dirigenziale.

Cosa potranno fare adesso il Presidente della Regione ed il Presidente dell’Assemblea Regionale? Andiamoci con ordine.

Il Presidente Renato Schifani potrà confermare, revocare o ruotare gli attuali dirigenti generali e nominarne di nuovi anche esterni all’amministrazione (max 10%) fino alla copertura dei 27 posti disponibili. Sicuramente tra questi potranno esserci i 4 di seconda fascia, ma per gli altri 23 la scelta sarà discrezionale, ma all’interno di alcune regole.

L’ex presidente Musumeci, come primo passaggio per arrivare alla nomina dei dirigenti generali, adottò un metodo di totale trasparenza e partecipazione, l’interpello. Per questa qualifica Nello Musumeci è stato il primo ad adottarla.

Ma cos’è l’interpello? È un avviso pubblico di selezione che riguarda tutti coloro che, interni all’amministrazione regionale, posseggono i requisiti richiesti per rivestire il prestigioso incarico. Nella norma dovrebbero essere determinanti il curriculum ed i risultati raggiunti a seguito di valutazione a parte dell’OIV (Organismo indipendente di valutazione). La Giunta Musumeci adottò dei criteri di selezione più stringenti e qualificanti per i Dipartimenti che sono Autorità di Gestione (Programmazione, Agricoltura e Formazione) e per la Ragioneria Generale e l’Ufficio Legislativo e legale.

Maurizio Scaglione

Poi fatta la valutazione dei curricula si procede alla nomina dei dirigenti generali. Però con la giusta differenza tra gli incarichi attualmente scoperti e quelli coperti da contratto. Per i primi il presidente può procedere senza indugio, mentre per i secondi deve prestare attenzione alla scadenza dei singoli contratti che in maggioranza scadranno verso Giugno 2023. Per quest’ultimi può aspettare la naturale scadenza oppure procedere con la revoca.

La Corte Costituzionale su questo argomento ha “sentenziato” a più riprese precisando che “la revoca delle funzioni legittimamente conferite ai dirigenti può, dunque, essere conseguenza soltanto di una accertata responsabilità dirigenziale in presenza di determinati presupposti e all’esito di un procedimento di garanzia puntualmente disciplinato; viceversa, l’ipotesi di risoluzione automatica consentirebbe di fatto al solo Governo in carica di provvedere alla nomina di personale di propria fiducia da collocare al vertice di tutti gli uffici”. Per la Corte costituzionale l’attuale assetto della dirigenza pubblica pone in relazione il buon andamento della pubblica amministrazione con l’efficacia e l’efficienza dell’azione amministrativa: il buon andamento, tuttavia, non può prescindere dall’imparzialità dell’amministrazione pubblica e dei suoi organi, che è alla base della distinzione tra attività politica e attività amministrativa.

Basta ricordare la causa vinta dal dr. Biagio Bossone che, rimosso dall’incarico, per mera discrezionalità condannò la Regione Siciliana allora governata da Rosario Crocetta, a pagarlo dalla data della revoca fino alla scadenza del suo contratto. Insomma capiamo bene che chi governa deve potere scegliersi i manager che ritiene più adatti a gestire i dipartimenti, ma ha una discrezionalità definita da norme.

Ma perché in questi ultimi dodici anni l’Assemblea Regionale Siciliana non ha recepito il c.d Decreto Brunetta? Questa legge prevede solo due fasce dirigenziali, la prima e la seconda. Recepirla ed applicarla significherebbe uscire dall’attuale situazione poco trasparente e non rispettosa per le professionalità presenti nell’organico dirigenziale della Regione. La Corte dei Conti durante l’approvazione del Rendiconto 2018 dedicò un ampio approfondimento a questo argomento.

“Appare infatti assai problematico procedere all’assunzione di nuovo personale dirigenziale senza aver prima proceduto al superamento della terza fascia dirigenziale. …….. In assenza di un adeguamento dell’ordinamento della dirigenza a quella statale, tale condizione metterebbe in luce le sue storture in caso di immissione in servizio di figure dirigenziali a tempo indeterminato, con il paradosso di unità dirigenziali neo assunte, inquadrate direttamente in seconda fascia, in posizione prioritaria nell’attribuzione degli incarichi dirigenziali nei confronti della totalità dei dirigenti in servizio, collocati in terza fascia, molti dei quali titolari da anni di incarichi dirigenziali generali o di strutture dirigenziali intermedie.
…..una riforma della dirigenza non è più differibile, con un percorso che tenda all’omologazione tra la disciplina della dirigenza regionale e quella della dirigenza delle Amministrazioni centrali statali. Il riferimento tipico è al modello delineato dall’art. 23, del d.lgs. n. 165/2001, che articola la dirigenza in due fasce, nel cui ambito sono definite apposite sezioni in modo da garantire la specificità tecnica, ove richiesto dalla tipologia di incarico da ricoprire, con espressa previsione delle procedure selettive di transito tra le fasce, anche in presenza di requisiti di servizio connessi all’aver espletato incarichi di direzione di uffici dirigenziali generali o equivalenti per almeno 5 anni, e, in subordine, di strutture intermedie. In assenza della predetta riforma appare assai problematico intraprendere un percorso di reclutamento di nuove figure dirigenziali.

Ma non servì a smuovere nulla, ad oggi nessuna legge in tal senso. L’Assemblea Regionale dovrebbe legiferare come indicato dalla Corte dei Conti.

Cosa succederà con la nuova Assemblea Regionale Siciliana? Vorranno i nuovi inquilini dell’Ars dedicarsi a questa materia? Decideranno, finalmente, di togliere ogni ombra da quelle scelte molto ma molto discrezionali che hanno attuato i loro predecessori?

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