E’ stata approvata alla Camera la legge sull’equo compenso. Il testo, composto da 13 articoli, è passato con 213 voti a favore, nessun contrario, e 59 astenuti (i deputati del PD).
La nuova normativa impone alle imprese bancarie e assicurative, e loro controllate e mandatarie, e alle aziende con più di 50 dipendenti, o con un fatturato di oltre 10 milioni, di versare al professionista a cui affidano incarichi un compenso equo, “proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro” e “conforme ai parametri ministeriali” per la determinazione delle remunerazioni.

“La consulta per le professioni presso la Camera di Commercio di Palermo ed Enna esprime massima soddisfazione per l’approvazione della legge sull’equo compenso. Si tratta di un primo, certamente non risolutivo ma fondamentale, passo verso il riconoscimento del diritto dei professionisti ad un compenso giusto e parametrato all’effettiva attività svolta“. Così il Presidente Antonello Armetta, che esprime il compiacimento della Consulta per un risultato che da troppo tempo era atteso dal mondo delle professioni.
“Non è risolutivo – aggiunge Armetta – questa legge non risolve il problema. Per altro si applicherà a tutte le convenzioni future quindi, in teoria, pubbliche amministrazioni e grandi imprese potrebbero stipulare nuove convenzioni con dei professionisti e aggirare il divieto. Sarà un primo passo, auspicando che in futuro vi siano delle modifiche per riuscire a coprire, anche in via retroattiva, le convenzioni già in essere. Parliamo – conclude – di professionisti che percepiscono compensi irrisori per attività anche di grande valore economico, e di fatto vedono retribuiti la loro opera in modo iniquo e assolutamente marginale rispetto al lavoro prestato“.