I 42 lavoratori dell’Opera Pia Cardinale Ernesto Ruffini di Palermo (Ipab) non si danno pace. Non comprendono i motivi che hanno portato i vertici dell’ente, guidato da un Consiglio di amministrazione presieduto dal vescovo di Palermo Monsignor Corrado Lorefice, a decidere di licenziare tutto il personale dell’Ipab che a Palermo gestisce diverse strutture ed eroga servizi di assistenza sociale. Inoltre, contestano la legittimità della procedura utilizzata per i licenziamenti, effettuati secondo le leggi che regolamentano i rapporti rapporti di lavoro con le aziende private e non con gli enti pubblici.
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“Non abbiamo compreso il perchè di questo correre per chiudere l’Opera Pia Ruffini, un ente che ha 64 anni di vita che copre molti quartieri svantaggiati della città con molti servizi, dall’asilo nido ai centri per i portatori di handicap a quello per le ragazze madri e per gli anziani”, dichiara Ernesto Bellitteri, rappresentante sindacale della Uil Fpl. “La situazione è drammatica – aggiunge – anche perchè siamo di fronte ad un’ingiustizia così enorme che per me è una violenza oltre che giuridica ed economica anche di profilo morale perchè siamo lavoratori pubblici, abbiamo vinto concorsi pubblici”.
Secondo i dipendenti il problema non è la sostenibilità economica. Su questo punto l’avvocato Nadia Spallitta, legale degli ex impiegati, spiega come “Da più di due anni l’Ipab, in violazione di legge, non approva i bilanci e non li trasmette all’assessorato regionale per cui le entrate milionarie che ha ricevuto in questi anni e le relative spese non sono state certificate. Per cui se in questo momento esiste una difficoltà economica non è dato conoscerla ufficialmente. Noi abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo accertato che nel 2017 il Comune di Palermo ha liquidato all’Ipab 1,3 milioni di euro, quasi 400mila euro sono stati erogati dalla Regione e altrettanti dall’Asp. Quindi nel 2017 l’Ipab ha avuto un’entrata di circa 2 milioni di euro. Non si comprende perchè non abbia pagato per più di un anno gli stipendi dei lavoratori”.