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L’importanza di arrivare secondo

venerdì 1 Ottobre 2021

Carissimi

Una delle cose peggiori per molta gente è la situazione di precariato, specialmente in Italia dove l’ambizione massima è il “concorso truccato” per un “posto fisso”.

In decenni di modelli vincenti, rappresentati da giovani manager vestiti tutti alla stessa maniera, quasi come uomini dell’IBM o Testimoni di Geova, la sola idea che posse esistere il “perdente”, colui che arriva “secondo” o addirittura il “primo dei non eletti” ha portato alla depressione tanti competitori sfortunati, spingendoli in alcuni casi alla soglia della depressione, eppure se ci sono le competizioni, uno solo vince e gli altri arrivano tutti secondi, rassegnatevi.

Vi fu un tempo in cui i vincitori si sceglievano con la monetina, quanto di più crudele, lasciando tutto alla responsabilità del “culo” che in alcuni esseri umani è una componente quasi genetica, così come l’attasso che perseguita a volte degli individui, quasi sempre i più diseredati, e per i quali venne coniato il detto “u cani muzzica u chiu sfardatu”.

Eppure, il secondo a volte è un predestinato, come lo erano coloro che giocavano a tennis ai tempi di Borg, o chi ha corso contro il figlio del vento Carl Lewis, o chi giocava in campionato contro il grande Torino.

Riconoscevi il valore di molto superiore alla norma dei tuoi avversari e te ne facevi una ragione, eri arrivato secondo sconfitto da cotanti mostri di bravura e pensavi, non posso allenarmi più di tanto, ma se non ci fossero stati loro, me la sarei giocata con tutti gli altri per essere io il primo.

È vero, la storia si ricorda solo di chi vince, ma a volte la storia è truccata e accade che un Ben Johnson con la sua montagna di muscolacci, riesca a battere il figlio del vento e li non soltanto la storia di Johnson ma quella del secondo, si riscrive, così come la storia dello più sfortunato, il quarto.

Eh si, se Ben Jhonson si droga e falsa la gara, una volta scoperto, gli viene tolta la medaglia e la vittoria, ma chi restituirà una vittoria morale al secondo, chi gli restituirà la grande emozione di essere festeggiato nella grande manifestazione attesa tutta la vita, da uno stadio pieno per osannare il vincitore? Che sapore avrà una medaglia d’oro data d’ufficio che rimarrà per sempre conservata nell’astuccio?

Ma chi pensa al quarto, colui al quale è stato tolto il premio del podio (essendo terzo moralmente)? Vedete il doping è crudele e ancora più crudele è il destino di coloro che ne rimangono vittime, per i vincitori bari, sarà stato un tentativo e fino a quando non saranno stati scoperti avranno giocato a godersi un ruolo di campione che non meritavano.

Dico sempre che mai frase più giusta della Shakespeariana “essere o non essere”, non ci sono mezze misure e tentare di essere quando non lo si è diventa una grave colpa e quando questa finisce per danneggiare altri è un crimine ben più grave di quello che possiamo immaginare.

Uccidere le ambizioni di un individuo truccando le carte del gioco, quale grande crimine.

In Italia sono tutti precari ad iniziare dai politici che ogni 5 anni tornano a fare un conecorso per essere rieletti e continuare quanto avevano fin li costruito e appare scontato che una volta provato il gusto degli esclusivi privilegi si farebbe di tutto per cambiare le regole del gioco a proprio vantaggio pur di non ritornare a quei fastidiosi e insidiosi concorsi che si chiamano “elezioni”.

Esser nominati e molto meglio di esser eletti, il nominato deve devozione solo ad una persona, l’eletto deve conto e ragione ad ogni voto ottenuto ed è così che in questa grande stagione di nomine dirette e a cascata, si scelgono i “primi” calandoli dall’alto ad intuita personae, ecco perché arrivare secondi “ha il suo valore”, poiché il secondo in più delle volte è “il trombato che sa fare le cose”.

Un abbraccio, Epruno.

 

 

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