Vendere i capannoni per scrollarsi di dosso i costi di gestione e risanare il deficit in cui versa l’Irsap. L’obiettivo è quello di incassare 300 milioni di euro circa, a tanto ammontano le perdite. Questa sarebbe solo una parte delle possibili entrate previste, poiché il valore degli immobili ammonterebbe, secondo le stime, a circa 500 milioni di euro. Il 70% delle entrate, come prevede la legge di riforma dell’Istituto, verrà utilizzato per ripianare i debiti mentre il 30% finirà nelle casse della Regione.
Nato per promuovere gli insediamenti industriali, l’Istituto che gestisce le aree di sviluppo industriale dell’Isola è finito per diventare nel corso degli anni una macchina mangiasoldi. Oggi si trova con una montagna di debiti sulle spalle. Una situazione non più sostenibile. Per questo nel 2011 era stata approvata una riforma per rendere l’Irsap più snello, efficiente e per tagliare gli sprechi. Da allora, però, poco è stato fatto per attuarla. Tra le principali voci di spesa che hanno fatto lievitare il disavanzo risultano i compensi riconosciuti per le consulenze legali e le indennità percepite dai 22 dirigenti dei vecchi consorzi Asi che continuano a gravare sul bilancio dell’Ente per 2 milioni e 200 mila euro all’anno. Su quest’ultimo punto è in corso una trattativa per ridurli a circa 100 mila euro.
Da qui l’esigenza di dare immediatamente seguito al piano di alienazione del patrimonio immobiliare delle diverse Asi che si trovano nelle nove province siciliane. Un patrimonio che conta 264 capannoni e 1.750.000 metri quadrati di terreni. Le unità immobiliari sono così distribuite: 45 nell’Asi di Palermo (Brancaccio, Carini, Termini Imerese); 26 in quella di Agrigento (Aragona, Favara); 18 a Gela; 21 a Caltanissetta; 15 a Siracusa (Priolo-Melilli, Augusta, Lentini); 7 a Ragusa (Ragusa, Pozzallo); 10 a Trapani; 62 a Messina; 25 a Caltagirone (Santamaria Poggiarelli); 29 a Catania (Catania, Belpasso). Nel suo complesso l’Irsap gestisce un’area di 11.597 ettari, di cui 7.617 destinati ad insediamenti produttivi occupati in parte da 2200 aziende, mentre gli altri 3.980 consistono in infrastrutture comuni.
Proprio alcuni giorni fa su proposta del commissario straordinario, l’assessore alle attività produttive Mariella Lo Bello ha nominato un commissario ad acta, l’ingegnere Carmelo Viavattene, per chiudere nel più breve tempo possibile una ventina di pratiche di vendita di capannoni. Nelle prossime settimane si procederà alle nomine degli 11 commissari liquidatori delle altrettante Asi che avranno il compito, tra le altre cose, di procedere con la vendita di tutti gli immobili che rientrano nel piano. I bandi verranno pubblicati sulla base delle valutazioni effettuate dal Genio civile.
Vendere non sarà facile. Al contrario si tratterà di un’impresa alquanto difficile poiché le imprese potrebbero trovare l’affare poco conveniente. C’è il rischio, infatti, che i prezzi di vendita degli immobili presenti dentro le Asi siano superiori a quelli di immobili simili che si trovano fuori. Inoltre, nelle Asi le aziende sono tenute a sostenere una serie di costi come quelli dell’illuminazione e della pulizia delle aree comuni.