La nostra evasione, in questo racconto, è costellata da leggende che hanno per protagonista il “Mar Ionio“, di cui non tralasceremo l’origine etimologica, molto affascinante. Il suo nome, in latino mare Ionium, in greco antico Ἰόνιος θάλασσα, Iónios thálassa, si ricollega all’antica Ionia e all’omonima stirpe greca. Secondo una spiegazione si chiama così a causa di Io, Ἰώ in greco antico antico, che, figlia di Inaco, signore di Argo, amata da Zeus, trasformata in giovenca, perseguitata da Era, per sfuggirle, attraversò a nuoto il mare. Adesso, però, scendiamo in profondità, tuffandoci alla scoperta di altre storie.
Lo ionio nella mitologia
Nella mitologia greca, Ionio era un giovane dotato di grande coraggio, figlio di Durazzo, valoroso combattente noto per aver liberato una regione della Dalmazia, vittima di giganti cannibali, che lo acclamò come proprio re. Nipote di Poseidone, trascorse una vita serena, che lo avrebbe portato a sposare una bellissima principessa del regno dei mari, fino a quando, però, a pochi giorni dalle nozze, i suoi zii dichiararono guerra al fratello Durazzo per impadronirsi del suo regno. Quest’ultimo, sapendo di non poter prevalere sui potenti germani, inviò, allora, il figlio, a trovare fidati alleati e questi, stupendolo, ritornò con il più valoroso degli eroi, il semidio Ercole, o Eracle, figlio di Zeus e Almena, figura leggendaria e invincibile.
Ebbe così inizio una sanguinosa guerra, durata ben sei mesi, in cui l’eroe, benché ferito e accecato a un occhio, riuscì a garantire a Durazzo la vittoria. Tuttavia, in queste battaglie campali, perse la vita anche Ionio, il cui corpo, adagiato in una bara, fu abbandonata tra i flutti di quel mare, tanto amato, che da quel momento prese il suo nome.
Secondo un’altra versione, tra le acque dello Ionio si sarebbe celata la misterica Isola di Ogigia, dimora della mitica Calipso, narrata anche da Omero nell’Odissea, in cui naufragò e si fermò Ulisse per ben sette anni. In questo luogo di malìa, la bellissima ninfa, figlia di Atlante, esiliata dagli dèi per essersi schierata dalla parte del padre nella “Titanomachia”, lotta condotta da Zeus, Poseidone e Ade contro i Titani, innamoratasi di Ulisse, lo sedusse, promettendogli, per tenerlo con sé, l’immortalità che l’itacese, però, rifiutò. La leggenda pone l’isola in questo mare tanto che il suo punto più profondo, al largo della costa del Peloponneso, viene chiamato “abisso Calipso”. Nei secoli molti studiosi hanno voluto identificare Ogigia con l’isola di Gozo, che fa parte dell’Arcipelago Maltese, in cui è possibile ammirare la “grotta di Calipso“; altri nel tratto del mare di fronte alla costa calabra e altri ancora, infine, nella meravigliosa Pantelleria, Bent el-Rhia, la figlia del vento. (L’olio su tela, “Grotta fantastica con Odisseo e Calipso”, di Jan Brueghel il Vecchio, si trova a Londra nella Johnny van Haeften Gallery).
Curiosità
Durazzo, tra le città più antiche dell’Albania, fu fondata dai Corinzi e Corciresi nel 626 a. C con il nome di Epidamno, diventata con i Romani Dyrrachium.
L’origine reale dell’etimologia, nel vocabolo di lingua illirica “jonë” è riconducibile al latino “nostrum”, da cui “Mare Nostro”.
L’Isola delle Correnti, attrazione di Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa, funge da spartiacque, per così dire, tra lo Ionio e il Mediterraneo. Immergersi è come sentirsi in una stretta affettuosa, per i più romantici, oppure condotti in una sfida a braccio di “mare”, per i più combattivi.