Lo Zen 2 dimenticato dallo Stato. E’ questo il messaggio che Davide e la signora Eleonora hanno voluto fotografare attraverso le loro parole. L’emergenza Covid-19 ha ampliato maggiormente la crisi economica e sociale all’interno del quartiere popolare di Palermo, che in queste settimane è stato al centro di numerose polemiche giornalistiche in merito alla distribuzione della spesa che ad inizio aprile è stata effettuata dall’associazione bocciofila Santo Pio e da Giuseppe Cusimano, nativo dello Zen e di cui ne fa parte e fratello di un boss della droga.
Lo scandalo giornalistico sarebbe inerente al fatto che la spartizione della spesa sia gestita dalla mafia. Distribuzione che l’Associazione Santo Pio vorrebbe ripetere per gli abitanti del quartiere. La signora Giovanna smentisce categoricamente le accuse e afferma: “L’associazione ci stava aiutando a sfamare i nostri bambini. Ma oramai sembra che non possiamo nemmeno aiutarci tra di noi che veniamo accusato di essere mafiosi. Se era mafioso Giuseppe dava la spesa casa per casa. Come fanno i politici per le campagne elettorali nel nostro quartiere. O spesa o buoni benzina”.
La giovane madre di 5 figli vive in una situazione familiare disagiata: “Ho cinque bambini, mio marito percepisce 500 euro tramite il reddito di cittadinanza. Chiediamo solo un lavoro. Mi dica lei se una famiglia con 5 bambini può vivere con 500 euro… Io ho 4 figli che devono studiare. Il piccolo ha 3 anni. Ci vuole l’assicurazione, il pc per studiare online. In via Libertà che si cammina da signori, noi pure paghiamo le case e le tasse e anche noi abbiamo il diritto di avere una dignità”.
I suoi bambini nel frattempo salutano dal terrazzo la madre, incuriositi dall’intervista: “Lo vede a me mi piove dal tetto. Lei pensa che i lavori ce li finanzia il sindaco Orlando? Questo padiglione viene chiamato “le case bruciate” proprio per come erano ridotti gli appartamenti. Siamo noi a tenere in ordine il padiglione. Ci aiutiamo a vicenda. Tutti credono che qui allo Zen siamo mafiosi. Ma qui le strade sbagliate le prende chi le vuole prendere. Per esempio mio figlio non scende a giocare a pallone in strada con gli altri ragazzini. Io non lo faccio scendere”.
Davide è in quarantena da due mesi non esce di casa da 60 giorni. Rimane sull’uscio della sua porta vicino al giardino della giustizia. È disoccupato. La prima cosa che tiene a ribadire è: ”Qui si dice che siamo tutti abusivi ma non è così. Io voglio morire qua in Sicilia. Qui siamo inondati di topi, ce ne sono migliaia nel giardino della civiltà. Pure mafiosi sono i topi qui allo Zen 2 per i palermitani? Io ci sono nato in questo quartiere. Oramai tutti i giornali fanno di tutta un erba un fascio”.
Davide indica una moto ape che passa per la strada e afferma: “Guarda questo ragazzo con il l’apino ora magari lo fermano e gli sequestrano il mezzo perché è senza assicurazione. Ma lui sta solo portando un pezzo di pane a casa. Io a rubare non ci voglio andare. Che dovrebbero fare tutti i ragazzi del quartiere? Dovrebbero darci un posto di lavoro. Aiuti dalla gente di borgata non possiamo averne perché altrimenti siamo mafiosi. Inoltre se qualcuno di noi inizia a pulire per esempio il giardino della civiltà, non possiamo farlo o siamo mafiosi. Io penso che quando questa emergenza dal Coronavirus sia finita la nostra condizione di vita sarà peggio. Questa condizione dello Zen 2 fa comodo a qualcuno come i politici. E mi può credere gli abitanti non sono contenti a vivere in queste condizioni”.
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